Rassegna storica del Risorgimento

1798-1799 ; ISRAELITI ; REPUBBLICA ROMANA (1798-1799)
anno <1953>   pagina <334>
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Renzo De Felice
scritti da ebrei e cristiani. Tutta un'altra serie di articoli riguardava divieti minori, come quelli per i cristiani di non fare amuleti per gli ebrei, servirli come domestici o balie, ecc. Non mancavano neppure misure di netto sapore protezionistico, come agli articoli XXII-XXIV, che vietavano agli ebrei il commercio delle carni e dei latticini.*) Tutto ciò ben si intende oltre a tutte le tradizionali disposizioni circa il segno giallo, i ghetti (fuori dai quali non possono gli ebrei abitare per alcun pretesto, ancora per quello della necessità di mutar aria), le interdizioni da numerose attività, l'obbligo a frequentare la predica del sabato e le altre limitazioni già in vigore, tutte vessatorie ed avvilenti. Indicativo a questo proposito l'arti­colo XXXII:
Che, secondo le proibizioni contenute nella Bolla della Santa Memoria di Paolo IV la 3 e nella Costituzione di Pio V e nella 19 della Santa Memoria di Clemente Vili che comincia: Coena et obdurat, gli ebrei non giuochino, né bevano, né abbiano altra familiarità o conversazione coi Cristiani, né questi con essi, tanto nei palazzi, case o vigne, che nelle strade, osterie, bet­tole, botteghe e altrove; e gli osti, bettolieri e bottegai non permettano la conversazione tra cristiani ed ebrei, sotto pena agli ebrei di scudi 10 e delle carceri ad arbitrio, e ai cristiani di scudi 10 e di altre corporali ad arbi­trio.
Contro la Bolla di Pio VI insorsero subito tutti gli uomini civili ed illu­minati. Al fratello che gHene aveva dato l'annunzio, Pietro Verri così scrive­va: Non si può leggere senza ribrezzo quanto si è pubblicato sugli ebrei... sono trattati contro i principi della legge di natura: al che aggiungeva Ales­sandro che a Roma gli ebrei stanno da men che uomini. 2) E quanto ciò fosse vero lo si vide negli anni successivi, quando, nel 1779, si arrivò a vendere un ebreo debitore insolvibile. 3)
La situazione andò precipitando ogni giorno di più, l'insostenibile con­dizione degli ebrei romani non sfuggiva più a nessuno. Nel 1778 Alessandro Verri scrivendo al fratello ritornava sull'argomento: Il vilipendio di cui sono ricoperti gli ebrei fa ribrezzo. 4) Nel 1785 il Dupaty in. visita all'Italia dedicava un'intera lettera, la XC, alla loro misera situazione. s) Nel 1789 le cose erano giunte ad un tal punto ehe un gruppo di giuristi cattolici presentò un grosso memoriale in favore della Nazione Ebrea dimorante in Roma.
Tatto ciò spiega quali fossero i sentimenti degli ebrei sottoposti al po­tere temporale della Chiesa nell'ultimo decennio del XVIII secolo. Ridotti nella più completa inferiorità, impossibilitati, almeno nella stragrande mag-
J) Ecco fl testo dell'art, XXIV: Essendo a notizia che non contentandosi gli ebrei di comprare dai cristiani il latte per il loro particolare tuo, o servizio, ne comprino in quantità molto maggiore del bisogno, per venderlo e farne traffico o negozio coi cristiani, perciò si proibisce sotto le stesse pene agli ebrei di comprare il latto pia di quello che importi il loro bisogno, e di donarlo, venderlo, o aglionarlo in qualsiasi modo ai cristiani, benché fosse convertito in coscio, o in altra sorte di latticini, e similmente ai cristiani di riceverlo sotto lo medesime pene.
2) Cfr. PIETRO e ALESSAHDBO Vwam, Carteggio, Milano, 1910-1942, a. 1775 patsbn,
3) Idem, lettera di Alessandro del 25 dicembre 1779.
*) idem, lettere di Alessandro del 28 febbraio e dot 7 marzo 1778. 5) Cfr. DtTPATT, iéiitm tur l'Italie un 2795, Losanna. 1796-