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Fondo CadoliniTipologia:
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[non specificata]Descrizione:
Quello relativo a Giovanni Cadolini è uno dei fondi assicurati all’Archivio del Museo Centrale del Risorgimento di Roma dal Comitato nazionale per la storia del Risorgimento (cfr. E. Morelli, L’Archivio Cadolini, in I fondi archivistici del Museo Centrale del Risorgimento, Roma 1993, p. 7). La documentazione, conservata in 22 buste (nn. 263, 264, 269-273, 454-468), cui si aggiungono tre registri a matrice di attestati rilasciati ai volontari della Legione Medici che presero parte alla Difesa di Roma nel 1849 (MCRR, mmss. 840-842), si compone di 7574 documenti, 238 stampati, 1 fotografia, 1 manoscritto, un disegno, compresi tra il 1816 e il 1916.La documentazione risulta strutturata in tre grandi nuclei documentari, cui si aggiungono altri meno cospicui, di cui daremo ugualmente conto. Il primo tra i gruppi suddetti è costituito dalla corrispondenza privata del Cadolini, conservata nelle bb. 263, 264, 270-273; il secondo è formato dalla documentazione relativa alla partecipazione del Cadolini alla Campagna del 1860, e in particolare all’attività del reggimento da lui comandato durante la spedizione. Il terzo nucleo è formato da documentazione analoga a quella appena descritta, ma riferita alla Campagna del 1866.
All’interno di tali nuclei sono poi conservati anche documenti da esse indipendenti, conservati nelle bb. 272-273.
Per quello che riguarda la corrispondenza personale, essa testimonia soprattutto i rapporti del Cadolini con altri protagonisti del nostro Risorgimento. Il carteggio più voluminoso è quello con Angelo Bargoni, formato in massima parte da lettere inviate dallo stesso al Cadolini. Le carte si conservano in diverse buste del fondo (Il nucleo più grande è nella b. 263, ff. 1-21; altre lettere si conservano nella b. 264, f. 5, ff. 19-20, f. 60, b. 269, ff. 19-21, b. 273, ff. 30-35; i documenti sono compresi tra il 8 ottobre 1859 e il 6 dicembre 1967), e comprendono anche lettere inviate dal Cadolini al Bargoni (cfr. b. 263, f. 4, docc. 1-13, 24 settembre 1956-26 gennaio 1857). Altri carteggi di un certo interesse sono quelli con Cesare Alfieri (16 maggio 1854-16 luglio 1882, cfr. soprattutto MCRR, b. 264, f. 6, b. 269, f. 13, 8 ottobre-18 novembre 1859), Enrico Guastalla, superiore del Cadolini nella Campagna del 1866 (cfr. MCRR, b. 264, ff. 41-42, 29 lettere del Guastalla al Cadolini datate 15 marzo 1882-14 marzo 1885), Agostino Bertani (MCRR, f. 18, docc. 1-13, MCRR , b. 269, f. 28, doc. 1-10, 1861-1863), Benedetto Cairoli (MCRR, b. 264, f. 75, b. 269, ff. 58-59, b. 273, ff. 36-43, 31 gennaio 1862-5 marzo 1870). Si conservano anche lettere di Giuseppe Garibaldi (MCRR, b. 263, f. 61, docc. 1-3, 6 gennaio 1863-12 gennaio 1869), Carlo Pisacane (MCRR, b. 263, f. 83, doc. 1, 9 maggio 1857), Quintino Sella (MCRR, b. 263, ff. 22, docc. 1-5, 14 ottobre 1871-18 giugno 1872).
Mentre la corrispondenza conservata nelle bb. 263-264 si sussegue senza alcun criterio, a parte quello di suddividere la documentazione in fascicoli ciascuno relativo ad un solo mittente, quella presente nelle bb. dalla 269 (a partire dal f. 13) alla 271, e nella b. 273, ff. 1-18, si conserva per ordine alfabetico in base al cognome del mittente.
Ulteriore corrispondenza si custodisce in altre buste, in gran parte legata a ben precisi nuclei di catrte, in cui è presente insieme ad altre tipologie documentarie. Si segnalano, a questo proposito, i documenti inerenti alla partecipazione del Cadolini ai preparativi per la spedizione garibaldina del 1867, che lo videro impegnato nella ricerca di armi ed equipaggiamento (cfr. MCRR, b. 272, f. 2, docc. 1-31, 1867) e quelli legati alle richieste di attestati e pensioni per gli ex-volontari garibaldini che militarono al comando di Giacomo Medici, soprattutto i partecipanti alla difesa del Vascello nel 1849. Nella documentazione, oltre alla corrispondenza, formata soprattutto da missive dirette al Cadolini, allo stesso Medici, e ad Enrico Guastalla, sono presenti numerosi elenchi degli interessati, spesso allegati (talvolta insieme a certificazione, in un caso insieme ad una fotografia, cfr. MCRR, b. 272, f. 56, doc. 1a) alle relative lettere di trasmissione (Cfr. MCRR, b. 272, ff. 5-114; la documentazione risale in gran parte agli anni 1776-1880; corrispondenza più recente, che esula dall’argomento suddetto, si conserva nell’ambito del carteggio tra il Cadolini e Michele Gorini, MCRR, b. 272, f. 63, docc. 1-13, f. 64, docc. 1-9, 3 luglio 1879-23 marzo 1891). I documenti (conservati dal Cadolini,. comprese le lettere dirette al Medici e al Guastalla, in quanto incaricato dal Medici di curare la “distribuzione” dei certificati ai difensori del Vascello, cfr. annotazione del Cadolini stesso in MCRR, ms. 842) sono conservati in ordine alfabetico in base al cognome dei mittenti (o autori dei documenti).
Altra corrispondenza, che si conserva come quella delle bb. 263-264, ossia senza un ordine preciso, è presente nella b. 273, ff. 19-54; da rilevare, al proposito, soprattutto le lettere inviate al Cadolini da Angelo Bargoni (cfr. supra) e Benedetto Cairoli. Si conserva anche documentazione inerente ai riconoscimenti destinati ai veterani della Campagna 1848-1849 (cfr. MCRR, b. 273, f. 58, docc. 1-52), con elenchi ad essi relativi, in parte redatti dal Cadolini (si conservano anche brevi note relative tra l’altro ai pittori Serafino Tivoli e Azzolini e allo scultore Giovanni Luini, cfr. MCRR, b. 273, f. 58, docc. 48-49), oltre a ruoli coevi alle vicende legate alla partecipazione della Legione Medici alla Difesa di Roma. Sull’argomento si conservano anche documenti relativi alla corrispondenza tenuta dal Cadolini in merito al rilascio dei “certificati ai difensori del Vascello”, tra cui diverse minute di lettere da inviare ai veterani, e fascicoli tratti da un registro di protocollo inerente al carteggio in questione (cfr. MCRR, b. 60, docc. 3-6). Da rilevare, infine, la presenza di una camicia, che forse conteneva in origine tutta la documentazione relativa alla concessione dei diplomi in oggetto, con un titolo che ne spiega la presenza nel fondo qui descritto: “Indagini e ricerche fatte dall\'Ing. G. Cadolini per incarico del gen. Medici, al fine di completare il ruolo dei difensori del Vascello e di rilasciare a ciascuno di questi, o alle rispettive famiglie, uno speciale certificato firmato dal gen. stesso”.
Agli scritti del Cadolini sugli avvenimenti risorgimentali da lui vissuti in prima persona è da legare buona parte della documentazione conservate nelle bb. 454 e 455. Da rilevare soprattutto le bozze delle opere in questione, che dalla numerazione che li contraddistingue sembrano configurarsi come capitoli di un’opera più grande. Si custodiscono anche memorie e appunti del Cadolini, in particolare sulla spedizione dei Mille e sui fatti del 1862 (soprattutto, in quest’ultimo caso, sull’atteggiamento tenuto nell’occasione dal Rattazzi, cfr. MCRR, b. 454, f. 3, doc. 5) e sulla crisi che portò alla caduta del governo di Rudinì nel maggio 1892 (MCRR, b. 454, f. 8, docc. 1-7,). Di particolare importanza sono i quaderni in cui il Cadolini ha redatto appunti nel corso delle Campagne del 1859 e 1860 (MCRR, b. 455, ff. 17, 18, 19), che comprendono anche alcune caricature di Girolamo Induno (cfr. MCRR, b. 455, f. 17, doc. 3).
Alla Campagna del 1849 risalgono altri quaderni (“album”) con disegni e schizzi del Cadolini (MCRR, b. 455, ff. 1-3), comprendenti anche un ritratto di un garibaldino morto disegnata da Girolamo Induno, e un ritratto del patriota cremonese eseguito da Enrico Cadolini nel 1858 (quest\'ultimo è stato inserito nell’album successivamente).
A partire dalla b. 456, ff. 4-5, comincia la su citata documentazione sulla partecipazione del Cadolini alle Campagne del 1859, 1860,. 1866. Le carte relative al 1859 sono poco rappresentate, ma comprendono alcune delle tipologie documentarie presenti in maniera più cospicua nei documenti relativi alle campagne successive. Si custodiscono infatti soprattutto rapporti, ordini di servizio, elenchi e ruoli del 2° Reggimento Cacciatori delle Alpi (cfr. MCRR, b. 456, ff. 4, 5, 6-9).
La documentazione inerente alla partecipazione del Cadolini alla spedizione in Sicilia del 1860 e al successivo soggiorno a Biella, sede del “deposito” dei volontari appartenenti alla 17a Divisione dell’Esercito Meridionale (cfr. MCRR, b. 456, ff. 10-27, b. 457, b. 458, ff. 1-17, 1860-1862; altre carte si conservano nella b. 467, ff. 6-15, b. 468, ff. 1-9) si conserva, probabilmente in base ad un ordinamento voluto dal Cadolini stesso, in gran parte all’interno di camicie con relative intestazioni riferite alla documentazione in esse conservata (es. “Licenze di ufficiali”, “Dimissioni di ufficiali”, “Ruoli di sottufficiali e caporali delle Compagnie I Reggimento”, ecc.). Le carte sono relative al I Reggimento della 16a Divisione Cacciatori delle Alpi, ricordato succesivamente (dopo l’inquadramento dell\' “Esercito Nazionale in Sicilia” su quattro divisioni, e sulla sua ridenominazione in “Esercito Meridionale” decretata da Garibaldi, cfr. MCRR, b. 458, f. 16, doc. 1, 19 luglio 1860) come I Reggimento della 17a Divisione dell’Esercito Meridionale.
La tipologia documentaria relativa alle carte in questione è molto varia. Oltre ai già citati rapporti, ordini di servizio, ruoli, si conserva corrispondenza inerente soprattutto a richieste di notizie su singoli volontari, situazioni della forza, procedimenti inerenti alla cattiva condotta di singoli volontari, istanze per la concessione di licenze o congedi, promozioni di sottufficiali e ufficiali, ecc. Da segnalare, sempre in relazione alla Campgna del 1860, la presenza di un registro di ordini del giorno, ordini di servizio, circolari e bollettini di guerra (cfr. MCRR, b. 468, f. 1, doc. 1), di due registri di protocollo (MCRR, b. 468, ff. 1, 2), di note caratteristiche degli ufficiali del deposito di Biella (MCRR, b. 468, f. 6), di ruoli matricolari e di dichiarazioni di partecipazione alle Campagne del 1848-1849, 1859 e 1860, anch’essi inerenti agli ufficiali di Biella (MCRR, b. 468, ff. 6-7).
La documentazione inerente alla partecipazione del Cadolini alla Campagna del 1866, al comando del IV Reggimento Volontari Italiani comprende, in relazione alle tipologie documentarie, carte analoghe a quelle concernenti la spedizione del 1860. Il materiale, tuttavia, è organizzato in maniera diversa, ossia in base al numero di protocollo che contraddistigue i singoli documenti, a tergo dei quali è riportata anche la data. Le carte risultano suddivise fisicamente ogni cento numeri di protocollo, e vanno da quelle caratterizzate dai nn. 1-100 a quelle contraddistinte dai nn. 2501-2600. I documenti sono tuttora conservate rispettando l’ordine in questione (cfr. MCRR, b. 456 , ff . 10-27, bb. 459-466, b. 457, ff. 1-5).
Storia archivistica:
Giovanni Cadolini (Le note biografiche su Giovanni Cadolini sono tratte dalla voce al lui dedicata nel Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 16, Roma 1973, pp. 85-88) nacque a Cremona il 24 ottobre 1830 da Carlo e Giulia Smancini. Già volontario nella Prima Guerra d’Indipendenza nella colonna cremonese di G. Tibaldi, dopo l’armistizio, passato in Toscana, aderì ad un’associazione armata diretta da Giacomo Medici, al servizio del triumvirato Montanelli-Guerrazzi-Mazzoni. Alla caduta di questo accorse alla difesa di Roma, battendosi con il Medici al Vascello e rimanendo ferito il 22 giugno 1849 negli scontri presso il casino Barberini (Sulla partecipazione del Cadolini alla difesa di Roma cfr. G. Cadolini, Memorie del Risorgimento dal 1848 al 1862, Milano 1911).Rientrato a Cremona dopo l’amnistia concessa dagli Austriaci, diede vita ad un’attività clandestina che si estrinsecò in esercitazioni militari e nella diffusione nel Lombardo-Veneto di pubblicazioni di carattere patriottico e liberale. Stabilitosi in Pavia per compiervi i propri studi universitari, si legò al locale comitato mazziniano (di cui faceva parte anche Benedetto Cairoli). Arrestato il 1 maggio 1852, si stabilì poi a Genova, ove proseguì gli studi conseguendo la laurea in architettura civile e ingegneria idraulica. Nella città ligure riprese l’attività cospirativa, curando i contatti tra il locale comitato mazziniano, presieduto da Giacomo Medici, e quello milanese, e procurando finanziamenti al giornale clandestino di Carlo Pisacane La libera parola. Fondò inoltre il giornale La Donna, diretto da Angelo Bargoni.
Nel 1856 si trasferì in Sardegna, per il suo lavoro di ingegnere. Vi rimase fino al 1859, quando si arruolò, di nuovo al comando del Medici, nei Cacciatori delle Alpi. L’adesione alla campagna garibaldina è frutto del distacco del Cadolini dalle posizioni mazziniane, in seguito al fallimento dei moti del 1853 e del 1857. Partito col grado di sottotenente, fu poi promosso tenente, partecipando a diversi episodi d’armi.
Rientrato, dopo l’armistizio di Villafranca, nella città natale, ormai unita al Piemonte, fu eletto consigliere comunale e provinciale. Esercitò inoltre la carica di assessore comunale.
In vista della spedizione garibaldina in Sicilia, si dedicò all’arruolamento di volontari, rifiutando la proposta di Agostino Bertani di cooperare al piano che prevedeva, dopo lo sbarco nell’isola, una spedizione nell’Italia Centrale (Cfr. l’opuscolo Intorno alla “diversione” (1860), Città di Castello 1913). Imbarcatosi per la Sicilia il 10 giugno 1860, al seguito del Medici, e al comando, con il grado di capitano, di una compagnia di volontari cremonesi, partecipò alla presa di Milazzo e Messina, battendosi poi al Volturno, e meritando la promozione a tenente colonnello e il conferimento dell’Ordine militare di Savoia (frutto della partecipazione alla spedizione fu poi lo studio Garibaldi e l’arte della guerra, pubblicato nella rivista Nuova Antologia, che analizza la strategia del generale a Milazzo e in altri fatti d’armi).
Pur continuando ad aderire alle istanze repubblicane, il C. fu tra i sostenitori dell’immediata unione delle province meridionali al Regno di Sardegna, contro le posizioni di coloro i quali, come Cattaneo e Bertani, intendevano ritardarla. Tuttavia, eletto deputato per l’VIII Legislatura (1861-1865), aderì alla Sinistra, attaccando il governo e i moderati per l’atteggiamento tenuto nei confronti del disciolto Esercito Meridionale garibaldino e per aver svuotato di contenuti la legge di Garibaldi sulla guardia nazionale mobile. Nel 1862 entrò a far parte dell’Associazione emancipatrice, in cui convergevano le componenti mazziniana e garibaldina della democrazia, alla ricerca di un accordo finalizzato al completamento dell’unità nazionale. Nello stesso anno, di fronte alla marcia garibaldina su Roma, fu inviato, insieme ad Antonio Mordini e Nicola Fabrizi, in Sicilia, per scongiurare l’azione, rischiando l’arresto per i contatti avuti con Garibaldi, e dovendo perciò riparare in Svizzera. Qui ebbe un vivace scambio di idee con Mazzini sugli effetti del fallimento del nuovo tentativo garibaldino, sostenendo la necessità del coordinamento tra le iniziative dei volontari e la direzione politica del paese. Questo convincimento portò il Cadolini a sostenere il governo La Marmora, formato nel settembre 1864. Rieletto nel collegio di Pescarolo per la IX Legislatura (1865-1867), presentò la relazione sul bilancio 1966 del Ministero dei Lavori Pubblici.
Scoppiata la Terza Guerra d’Indipendenza, assunse il comando del IV Reggimento del Corpo dei Volontari Italiani, con il grado di colonnello, prendendo parte agli scontri di Edolo (2 luglio 1866) e Incudine (15 luglio) (Cfr. G. Cadolini, Il quarto reggimento dei volontari ed il corpo d’operazione in Valcamonica nella campagna del 1866, Firenze 1867).
Nel 1867 ottenne segretamente dal Ministero della Guerra un certo quantitativo di armi per la spedizione garibaldina nel Lazio, alla quale peraltro non partecipò, avendo constatato, in occasione di un soggiorno a Roma, l’impossibilità di destarvi un moto insurrezionale (Cfr. l’opuscolo del Cadolini stesso Roma e Mantana, s. l., s. d.). L’anno prima il patriota cremonese era stato peraltro tra i firmatari di un ordine del giorno presentato dal Mordini alla Camera dei Deputati a sostegno del diritto dell’Italia ad avere Roma capitale. Proprio attorno a questo ordine dl giorno si era formata, all’interno della Sinistra, una corrente contrapposta a quella del Crispi e sempre più orientata al dialogo con una parte della Destra (con il Ricasoli, poi con il Menabrea e con il Cambray-Digny), in vista di un’eventuale collaborazione al governo.
Rieletto a Pescarolo per la X legislatura (1867-1870) il Cadolini seguì l’evoluzione della sinistra mordiniana in un “terzo partito”, di centrosinistra, che portò lo schieramento ad entrare nel terzo governo Menabrea (1869). Il Cadolini stesso, nel maggio 1869, entrò a far parte della compagine governativa, in qualità di segretario generale del Ministero dei Lavori Pubblici, di cui era titolare il Mordini. Nel corso della X Legislatura, temperò l’avvicinamento alla Destra con il tentativo di far approvare istanze progressiste. Eletto per l’XI e XII Legislatura per il collegio di Ortona (1870-1876) si occupò di questioni tecniche legate alla sua qualifica di ingegnere idraulico, come la bonifica dell’agro romano e la sistemazione degli argini del Tevere, seguendo inoltre le problematiche politico-finanziarie legate allo sviluppo ferroviario, in merito al quale abbracciò la tesi dell’esercizio statale. Ormai legato alla Destra, non fu rieletto nelle votazioni del novembre 1876. Si dedicò allora alla sua professione di ingegnere, curando problemi tecnico-legali, progetti e lavori di interesse pubblico. Fu nuovamente eletto nel 1886 nel I collegio di Cremona, nel quale fu confermato nel 1890, mentre nel 1892 e nel 1895 venne eletto nel collegio di Casalmaggiore. In questo periodo fu più volte relatore sul bilancio del Tesoro e su vari disegni di legge. Nel 1905 venne nominato senatore. Presidente della Società degli ingegneri ed architetti italiani, il Cadolini aveva collaborato ai suoi Annali, svolgendo inoltre attività di pubblicista su giornali e riviste di importanza nazionale. Morì a Roma l’8 giugno 1917.
Note:
G. Adamoli, Da San Martino a Mentana, Milano 1892.N. Bussolaro, Giovanni Cadolini e la seconda spedizione alla luce dei documenti inediti dell’archivio Guastalla (1860), in “Rassegna Storica Cremonese”, s. 3, I-II (1948-1949), pp. 173-200.
G. Cadolini, Il quarto reggimento dei volontari ed il Corpo d\'operazione in Valcamonica nella campagna del 1866. Ricordi di Giovanni Cadolini, Firenze 1867.
G. Cadolini, I cacciatori delle Alpi. Ricordi del 1859, Roma 1907.
G. Cadolini, I ricordi di un volontario. Le campagne del 1848 e del 1849, Roma 1909.
G. Cadolini, Svolgimento del principio unitario in Italia, Roma 1910.
G. Cadolini, Memorie del Risorgimento dal 1848 al 1862, Milano 1911.
G. Cadolini, Roma e Mentana, Roma 1913.
C. Castellini, Eroi garibaldini, Milano 1931.
Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XVI, Roma 1973, pp. 85-88.
M. Rosi, Il Risorgimento Italiano e l’azione di un patriota cospiratore e soldato, Roma-Torino 1906.
M. Rosi, I Cairoli, Torino 1908.
La documentazione è stata prodotta da:
Persone:
- Cadolini Giovanni, autore
Redazione e revisione:
- Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
- Pizzo Marco, 2006/03/07, aggiornamento