Istituto per la storia del Risorgimento italiano

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Fondo Calandrelli

Titolo originale:

Fondo Calandrelli

Tipologia:

fondo

Data:

(s.d.)

Consistenza:

[non specificata]

Descrizione:

Il fondo denominato “Carte Calandrelli” conserva in cinque buste (n. 116-120) documenti, incisioni, disegni e stampati riguardanti le figure dei fratelli Alessandro e Ludovico Calandrelli, per un periodo compreso tra il 1814 e il 1888, con l’eccezione di alcune carte datate dal 1610 al 1797 riguardanti la Compagnia di S. barbara di Castel S. Angelo. La consistenza complessiva raggiunge le 747 unità.
Fu lo stesso Alessandro Calandrelli a consegnare il proprio archivio al Comitato per l’esposizione del Risorgimento del 1884, di cui fa fede un elenco di versamento qui raccolto. Questa documentazione è quindi passata nelle collezioni del Comitato Nazionale per la Storia del Risorgimento, depositate presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele II”, ed infine al Museo Centrale del Risorgimento di Roma.
Alessandro Calandrelli nacque a Roma l’8 ottobre 1805 da Giovanni e Maria Morelli. Giovanissimo, all’età di soli 13 anni, iniziò la carriera militare con l’ingresso nel corpo d’artiglieria in qualità di cadetto, nel fondo è conservato l’attestato di ammissione, (Roma, 4 marzo 1818).
Ottimo ufficiale, il Calendrelli era apprezzato dai contemporanei anche come studioso di arte della guerra: fu consigliere della Commissione per la fortificazione di Civitavecchia; nel 1837 venne chiamato ad insegnare alla Scuola dei cadetti d’artiglieria, come testimonia la nomina a professore da parte del comando del corpo d’artiglieria (Roma, 13 marzo 1837); nel 1847, insieme a Camillo Ravioli tentò senza successo di ottenere il permesso di pubblicare un “Bullettino di scienza ed arte militare dedicato alle milizie civiche e di linea italiane”.
Riguardo a questa attività di storico militare del Calandrelli si segnalano anche:
- Memoria intitolata: “Cenni sul mezzo di rendere più forte, vigorosa e sicura la difesa della Maremma Romana” (senza luogo ne data).
- Relazione al generale di brigata concernente l\'artiglieria necessaria per i bisogni interni dello Stato Pontificio, (Roma, 28 agosto 1830).
- Memoria intitolata: “Giornale sulla situazione di Civitavecchia e sull\'assedio subito dalla città nel 1799” (senza luogo ne data).
- Disegno tecnico relativo ad un progetto d\'arma da fuoco (senza luogo ne data).
- Opuscolo dal titolo “Regolamento per le Vestimenta ed Armamento della Guardia Civica nello Stato Pontificio analogamente alle disposizioni della Legge 30 Luglio 1847”, (Roma 1847)
Durante la Repubblica Romana, Alessandro Calandrelli ebbe un ruolo di primissimo piano: deputato all’Assemblea Costituente e dal febbraio 1849 sostituto del ministro Campello al dicastero della guerra. Nei mesi in cui ebbe la responsabilità del ministero si prodigò per incrementare gli armamenti riattivando e trasformando fabbriche ed officine. Sostituito poi nella carica da Giuseppe Avezzana, rimase a Roma combattendo fino agli ultimi giorni contro le truppe francesi.
Tra le pochissime carte di questo periodo ricordiamo:
- Lettera di nomina di Alessandro Calandrelli a sostituto del ministro delle armi (Roma, 16 febbraio 1849).
- Parte della corrispondenza ufficiale con Giuseppe Avezzana (Roma, dal 27 aprile al 30 maggio 1849).
- Elenco dei Consiglieri al Comune di Roma nelle elezioni del 31/01/1849 (senza luogo, 25 aprile 1849).
- Minuta relativa al trasporto delle artiglierie da Anzio a Roma, (senza luogo, 19 maggio 1849).
Caduta la Repubblica, il primo settembre il Calandrelli fu retrocesso al grado di capitano, il 18 dello stesso mese venne dichiarato escluso dall’amnistia ed espulso dall’esercito perché comandante di corpo militare dopo il 16 settembre 1848. Il 3 ottobre infine dopo una lunga perquisizione nella sua casa venne arrestato e condotto in carcere. Due anni dopo il 23 maggio 1851 Calandrelli fu condannato dal Supremo Tribunale della Consulta a 15 anni di opera pubblica per il reato di furto e a morte per alto tradimento. Il 19 agosto 1851 il pontefice con un provvedimento di grazia commutò la pena in 20 anni di galera nel bagno penale di Ancona. In carcere Calandrelli scrisse lunghe memorie difensive, ma non si dimenticò di essere un tecnico, ci restano infatti disegni del carcere, note sui sistemi carcerari, ricordi sulla difesa e schizzi delle mura di Roma.
A proposito di queste vicende, tra i documenti raccolti nel fondo si possono citare:
- Elenco di Pilotti, cancelliere, (Roma, 17 dicembre 1855): “Distinta delle armi antiche ed altri oggetti ch’esistono in questa Cancelleria rinvenuti presso l’abitazione di Alessandro Calandrelli nell’atto della perquisizione praticatagli”.
- Memoria di Calandrelli Alessandro (senza luogo ne data) relativa alla descrizione della traduzione dei prigionieri politici nel carcere di Ancona.
- Disegno di Calandrelli Alessandro, (senza luogo ne data): schizzi di alcuni bastioni di Roma durante l\'assedio del 1849.
- Disegno di Calandrelli Alessandro, (Ancona, 1851-53).
- Appunti relativi alla difesa di Calandrelli davanti al tribunale di Roma, (senza luogo, 1851).
- Lettere relative alle dure condizioni cui sono sottoposti i prigionieri politici.
Nel 1853 la pena fu tramutata in esilio perpetuo grazie all’intervento di Federico Guglielmo IV di Prussia. Attraverso le carte si possono ripercorrere le ragioni e le varie tappe di questo intervento: dalla supplica del padre di Alessandro, Giovanni al re di Prussia (Berlino, 24 febbraio 1851), alle lettere dei funzionari Niebhur (Charlottenburg, 29 marzo 1851) e Abeken (Berlino, senza data), fino al 18 luglio del 1853 quando Alessandro Calandrelli lasciò Ancona per Berlino. Qui rimase fino al 1870. Delle lettere del periodo berlinese rimangono alcuni resti del carteggio con Nhiebur (1854-55) e Humboldt (1854).
Subito dopo l’ingresso delle truppe italiane a Roma, Alessandro tornò in patria dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1888. Nella capitale ottenne l’impiego d\'ispettore edilizio del comune, nel 1871 pubblicò un opuscolo su di una progettata ferrovia “Salaria”, tra il Tirreno e l’Adriatico, e nel 1877 comparve sul giornale Popolo Romano uno scritto sull’azione d\'artiglieria nel ’49.
Di questo periodo va infine segnalato il carteggio con Rodolfo Lanciani relativo ai reperti archeologici rintracciati durante i lavori edilizi.
Le carte appartenenti a Ludovico Calandrelli, sono meno ricche di quelle di Alessandro, ma forse più interessanti. La sua carriera militare seguì da vicino quella del fratello, nato a Roma il 21 agosto 1808, nel 1816 entrò tra i cadetti d’artiglieria, nel 1831 divenne tenente in seconda, nel 1848 capitano. Partecipò alla campagna militare nel Veneto del 1848 di cui possiamo seguire tutte le tappe nel carteggio con Alessandro: da Foligno (5-13 aprile 1848), Forlì (14-15 aprile 1848), Ferrara (17-27 aprile 1848), Treviso (10 maggio 1848), Vicenza (23 maggio - 7 giugno 1848)’ Bologna (1 luglio 1848) ed infine da Comacchio dove Ludovico ebbe l’incarico di smantellare il forte, incarico di cui il fondo conserva testimonianza in una lettera ad Alessandro con un disegno della pianta della fortezza (Comacchio 16 ottobre 1848).
Durante la difesa di Roma del 1849 fu affidata al Calandrelli la direzione del personale d’artiglieria e fu promosso colonnello (Roma 17 maggio 1849). Caduta la repubblica fu prima retrocesso al grado di capitano e poi, come il fratello, escluso dall’amnistia ed espulso dall’esercito. Il 26 dicembre 1849 lasciò Roma per Berlino, dove studiò l’esercito prussiano come testimoniano una bozza e alcuni appunti (senza luogo, 26 maggio 1852).
Nel 1854 Ludovico si trasferì in Turchia dove fu ammesso con il grado di colonnello nell’esercito ottomano e assegnato allo stato maggiore di Osman pascià. Ad Istanbul esegui alcuni pregevoli disegni con vedute della città.
Poco dopo gli venne affidata l’opera di trasformazione delle difese di Erzerum, di cui rimangono alcuni studi e schizzi a testimonianza della sua notevole capacità professionale. Qui morì il 2 settembre 1855 colpito dal colera.
Relativamente a Ludovico Calandrelli, presso il Museo Centrale del Risorgimento di Roma si conservano due volumi manoscritti: una raccolta di trascrizioni da parte di Ludovico Calandrelli di articoli sugli avvenimenti storici e politici italiani inseriti nella “Konigulich previligirte berlinesche zeitung”; e copia delle memorie di Ludovico Calandrelli della campagna nel Veneto del 1848.

Note:

cfr archivio istituto 121\64

Redazione e revisione:

  • Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
  • Pizzo Marco, 2016/11/08, aggiornamento