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Fondo CosenzTipologia:
fondoData:
(s.d.)Consistenza:
[non specificata]Descrizione:
La documentazione conservata nel fondo “Carte Cosenz” del Museo Centrale del Risorgimento (bb. 326, 327) è legata alla figura di Enrico Cosenz, ma comprende anche documenti relativi alla carriera militare di suo padre Luigi. Essa copre pertanto un arco cronologico che va dal 1815 al 1849 per quello che riguarda le carte relative a Luigi Cosenz, dal 1840 al 1897 per quello che concerne suo figlio (Si conservano anche documenti relativi alla nomina di Francesco Cosenz, fratello di Enrico, a ricevitore distrettuale di Termini (copia del decreto di nomina, datato 11 dicembre 1838, trasmesso con lettera del 18 febbraio 1841, cfr. MCRR, b. 327, f. 14, doc. 1-2). Da ricordare inoltre il già citato (cfr. supra) atto notarile con cui i coniugi Cosenz prestano il loro consenso al matrimonio dello stesso Francesco e una lettera a quest’ultimo di Damiano Assanti relativa al ferimento di Enrico Cosenz nella battaglia di Milazzo (23 luglio 1860, MCRR, b. 326, f. 32, doc. 1, con postilla dello stesso Enrico) ).In totale si conservano 350 documenti, più un’incisione (Cfr. MCRR, b. 327, f. 12, doc. 1; si tratta di una litografia donata al Cosenz per i cinquant’anni di carriera militare, datata 1890) risalenti agli anni 1815-1899.
Il materiale (Sul quale cfr. anche E. Morelli, Le carte di Enrico Cosenz, in I fondi archivistici del Museo Centrale del Risorgimento, Roma 1993, pp. 145-150) può suddividersi in tre nuclei documentari.
Il primo, conservato nella b. 326, include (Con l’eccezione delle carte relative alla partecipazione dell’ex ufficiale borbonico alla difesa di Venezia, cfr. infra) corrispondenza privata di Enrico Cosenz, costituita da lettere ricevute da personaggi di rilievo, in gran parte uomini politici e alti ufficiali dell’esercito. Il carteggio non comprende dunque minute, né lettere di carattere familiare. Sono anzi spesso trattati argomenti tecnici di natura militare (tra i corrispondenti figurano tra gli altri Oreste Baratieri e Luigi Chiala, direttori della Rivista Militare, alla quale, come già accennato, collaborò anche il Cosenz).
Fra i corrispondenti del Cosenz troviamo personalità del calibro di Luigi Pelloux, Federico Manassero, Cesare Ricotti Magnani, Agostino Petitti, Ignazio di Pettinengo, Raffaele Cadorna, Alfonso La Marmora, Giuseppe La Masa, Luigi Cialdini, ecc. (Cfr. anche Morelli, Le carte di Enrico Cosenz, cit., p. 147. L’A. cita molti corrispondenti, facendo rilevare che le loro lettere “non presentano grande interesse, se non come testimonianza dei rapporti più meno cordiali che li legavano al Cosenz”. Della maggior parte dei mittenti si conserva nella busta una sola lettera. Gli unici carteggi di una certa consistenza e sufficientemente prolungati nel tempo sono quelli con Ignazio di Pettinengo (1874-1876, MCRR, b. 326, f. 25, docc. 1-9), Salvatore Pianell (1870-1884, MCRR, b. 326, f. 26, docc 1-5), Cesare Ricotti Magnani (1870-1895, MCRR, b. 326, f. 18, doc. 6). Tra la corrispondenza privata troviamo anche due lettere autografe del re Umberto I al Cosenz sul conferimento della Medaglia Mauriziana (1 marzo 1890) e sul suo collocamento a riposo (15 novembre 1893), cfr. MCRR. b. 326, f. 16, docc. 1 e 3). Le lettere sono in gran parte di lettere successive al 1870 e giungono fino al 1897 (La lettera più antica è di Marco Minghetti (27 giugno 1857, MCRR, b. 326, f. 60, doc. 1). Si conservano anche una lettera di F. Planat de la Fay dell’11 settembre 1860 (MCRR, b. 326, f. 93, doc. 1) e una di Giuseppe La Masa del 29 ottobre 1861, cfr. MCRR, b. 326, f. 52, doc. 1).
Da notare che la pressoché totale mancanza di corrispondenza relativa al periodo preunitario, riscontrabile, per quello che riguarda le lettere spedite da Enrico Cosenz, anche negli altri fondi del Museo Centrale del Risorgimento, e le numerose omissioni e inesattezze che caratterizzano le biografie pubblicate dopo la sua morte, fanno ipotizzare che egli si sia voluto disfare del materiale relativo alla sua attività di cospiratore una volta avviata la carriera nell’esercito regolare (Cfr. Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XXX, cit., p. 19).
La documentazione conservata nella b. 327 può essere suddivisa in due gruppi, relativi alle rispettive carriere militari di Luigi (1815-1849) (Cfr. MCRR, b. 326, f. 94, doc. 1; MCRR, b. 327, f. 3, docc. 1-12; MCRR, b. 327, f. 4, docc. 1-18; MCRR, b. 327, f. 5, doc. 2 (“Memoria del Brigadiere Luigi Cosenz sul modo come opina doversi costruire le Batterie Casemattate per la difesa di Porti e Rade del Regno”); MCRR, b. 327, f. 15, docc. 1-12; MCRR, b. 327, f. 16, docc. 1-4; MCRR, b. 327, f. 17, docc. 1-17) ed Enrico Cosenz (1840-1896). Si tratta in entrambi i casi di carte prodotte da autorità militari e politiche del Regno delle Due Sicilie (anche in relazione ai primi anni della carriera di Enrico Cosenz), del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia. Abbiamo lettere relative a nomine e promozioni e relativi decreti, comunicazioni di ordini o istruzioni sul servizio da prestare. (Mentre la documentazione relativa ad Enrico Cosenz si riferisce quasi esclusivamente a nomine, promozioni o conferimenti di onorificenze, le carte relative a suo padre (pur comprendendo documentazione analoga) sono in gran parte costituite da lettere di superiori con ordini o istruzioni). Per quello che riguarda Enrico Cosenz, si conservano attestati relativi al conferimento di onorificenze anche da parte di sovrani di altri stati (Cfr. in particolare MCRR, b. 327, f. 6, docc. 15, 17, diplomi relativi al conferimento, da parte di Guglielmo I, imperatore di Germania, della decorazione dell’Ordine dell’Aquila Rossa di I Classe (6 febbraio 1884) e della decorazione dell’Ordine dell’Aquila Rossa di I Classe con brillanti (13 ottobre 1888) ).
Troveremo così tra i documenti lettere trasmesse dal Corpo del Genio dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie, decreti del Re delle Due Sicilie, del Re di Sardegna e soprattutto del Re d’Italia, lettere ed attestati dei Ministeri della Guerra del Regno delle Due Sicilie e di quello d’Italia e, per quanto concerne Enrico Cosenz, dell’Ordine della Corona d\'Italia e dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Nelle bb. 326 e 327 si conserva anche documentazione prodotta dalle autorità politiche e militari (Rispettivamente Governo Provvisorio di Venezia e Comando delle Truppe nello Stato Veneto; si conservano inoltre due lettere della Scuola Militare in Venezia del 22 gennaio e 29 marzo 1849, cfr. MCRR, b. 326, f. 13, docc. 8-9) della Repubblica Veneta sul servizio prestato da Enrico Cosenz nella difesa di Venezia (Cfr. MCRR, b. 326, ff. 21-22; MCRR, b. 327, f. 8, docc. 4-5; MCRR, b. 327, f. 13, docc. 3, 5-10. Le lettere del Comando in Capo delle Truppe nello Stato Veneto sono state quasi tutte inserite tra la corrispondenza privata del Cosenz, considerando come mittenti Girolamo Ulloa e Guglielmo Pepe, che in realtà scrivono al Cosenz in qualità di suoi superiori. Tra le lettere sono comprese le comunicazioni di nomina a capitano, maggiore e tenente colonnello (4 luglio 1848, MCRR, b. 327, f. 8, doc. 4; 7 maggio 1849, MCRR, b. 327, f. 8, doc. 5; 2 giugno 1849, MCRR, b. 327, f. 13, doc. 10) ).
Da segnalare, infine, nella b. 327, tre lettere relative all’operato della Commissione Reale per il monumento a Giuseppe Garibaldi sul Gianicolo. (Copia di lettera di Enrico Falconcini a Emilio Ponzio Vaglia, copia della risposta (31 marzo e 6 aprile 1896, MCRR, b. 327, ff. 1-2) e lettera del Falconcini ad Enrico Cosenz del 25 maggio 1896, cfr. MCRR, b. 327, f. 12, doc. 2).
Storia archivistica:
Enrico Cosenz (Le notizie su Enrico Cosenz sono tratte dalla voce curata da G. Monsagrati nel Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XXX, Roma 1984, pp. 14-19) nacque a Gaeta il 12 gennaio 1820 da Luigi e Maria Antonia Piria (Cfr. MCRR b. 327, f. 5, 1, atto notarile relativo al consenso prestato da Luigi Cosenz e da sua moglie Maria Antonia al matrimonio del figlio Francesco, Napoli, 24 febbraio 1843).Suo padre, figlio di François Cousin, un francesce stabilitosi a Napoli verso la metà del’700, aveva iniziato la carriera militare sotto Murat, passando dopo la Restaurazione nell’esercito borbonico, nel quale raggiunse il grado di maresciallo di campo nell’arma del genio e di ispettore dei corpi militari.
Il Cosenz venne a sua volta avviato alla carriera militare nel 1832, quando venne iscritto al collegio della Nunziatella, dove frequentò i corsi di artiglieria, avendo tra gli insegnanti Mariano d’Ayala e come compagno di corso Carlo Pisacane.
Il 4 ottobre 1844 superò gli esami di primo tenente, grado che ricopriva quando venne inquadrato nel corpo di spedizione inviato nel 1848 contro gli Austriaci. Dopo il colpo di stato del 15 maggio, il Cosenz fu tra gli ufficiali che rimasero con il Pepe, subendo, il 23 agosto 1848, l’espulsione dall’esercito borbonico.
Nell’ambito della difesa di Venezia venne promosso dapprima capitano, quindi maggiore e tenente colonnello (Cfr. infra), insegnando tra l’altro artiglieria da fortezza nella locale Scuola militare (Cfr. infra) e predisponendo opere difensive per il forte di Marghera. Rimase più volte ferito, in particolare in occasione della difesa della batteria di S. Antonio (6-7 luglio 1849).
Il 27 agosto 1849 salì sulla nave francese “Pluton”, recandosi dapprima a Corfù, quindi a Malta, centro dell’attività cospirativa di Nicola Fabrizi. Fu probabilmente grazie ai legami di quest’ultimo con gli esponenti democratici di Genova che il Cosenz nel 1850 poté stabilirsi nella città ligure, avendo già ricevuto da Mazzini richieste di collaborazione con la stampa repubblicana su problemi militari.
In realtà il Cosenz non fu mai repubblicano, pur facendo parte per anni di quel “comitato dei militari” (Cfr. Dizionario biografico degli Italiani, vol. XXX, cit., p. 15). che ebbe tra i suoi esponenti Agostino Bertani, Giacomo Medici e Carlo Pisacane, e che già in occasione del moto milanese del 6 febbraio 1853 prese le distanze da Mazzini. Lo stesso Cosenz nel gennaio 1853 si era espresso negativamente sulle possibilità di riuscita del tentativo, facendo notare la mancanza di una struttura militare di sostegno, riserva che lasciava intravedere la possibilità di un collegamento operativo con l’esercito piemontese.
L’ipotesi venne però per il momento messa in secondo piano dall’attenzione posta verso lo stato borbonico, visto, per la sua debolezza, come obiettivo della lotta futura.
Tra il 1853 e il 1857 il Cosenz, insieme a Pisacane, si occupò della raccolta di fondi e dell’acquisto di armi a sostegno dell’attività cospirativa nel Mezzogiorno (A questo proposito cfr. la corrispondenza tra il Cosenz e il Comitato Segreto di Napoli in MCRR, Fondo Dragone Morici, b. 347, ff. 23-24), collaborando nel contempo alle pubblicazioni della Biblioteca militare dei fratelli Mezzacapo, allo scopo di curare la preparazione tecnica degli esuli per evitare gli errori del 1848.
Nel 1855 fu tra i firmatari della dichiarazione con cui i più noti fuoriusciti meridionali si schierarono contro il progetto murattista, considerato un ostacolo sulla via dell’unità nazionale, e che rese urgente la ripresa dell’attività insurrezionale. Nacque così la spedizione di Sapri, nella quale il Cosenz ebbe una parte rilevante nella preparazione, salvo poi rinunciare improvvisamente al momento della partenza.
La defezione aveva le sue radici nel progressivo avvicinamento dell’ex ufficiale borbonico ai moderati della Società nazionale e nella constatazione che la spedizione aveva preso una piega rivoluzionaria e repubblicana che egli disapprovava.
Già da un anno, quasi a rimarcare la sua evoluzione in senso moderato, il Cosenz si era trasferito a Torino. Nel gennaio 1858, firmando la lettera con cui il Bertani criticava la strategia insurrezionale del Mazzini e gli aspetti dogmatici del suo pensiero, Cosenz e Giacomo Medici compivano il definitivo distacco dai repubblicani, guardando ormai a Garibaldi, che aveva ai loro occhi il merito di non mettere in discussione le istituzioni monarchiche e il ruolo decisivo del Piemonte.
Il 16 marzo 1859 il Cosenz venne nominato comandante del I Reggimento dei Cacciatori delle Alpi, partecipando alla Seconda Guerra d’Indipendenza. Dopo Villafranca entrò nell’esercito regolare con il grado di colonnello, e dal 21 ottobre 1859 fu assegnato al comando della brigata Ferrara di stanza a Ravenna.
Partito Garibaldi per la Sicilia, il Cosenz fu incaricato dal Medici di organizzare altre spedizioni, ed egli, dimessosi dall’esercito piemontese, salpò da Genova il 2 luglio 1860 per prendere parte alla terza spedizione per l’Italia Meridionale. Giunto a Palermo il 6 luglio, il 19 venne promosso da Garibaldi maggiore generale e posto al comando della XVI Divisione, alla testa della quale partecipò alla battaglia di Milazzo, distinguendosi quindi nelle operazioni seguite allo sbarco in Calabria.
Caduta Napoli, il 7 settembre 1860 il Cosenz fu nominato ministro della guerra nel primo governo provvisorio, venendo confermato nel successivo ministero Conforti. Nell’ambito dell’incarico, puntò ad inserire i migliori elementi dell’esercito borbonico nei quadri dell’Esercito meridionale, operando nel contempo presso Garibaldi a sostegno dell’esautoramento dei democratici e dell’annessione dell’ex Regno delle Due Sicilie al Piemonte.
Tale posizione gli fruttò la nomina a ispettore generale della Guardia nazionale nelle Province napoletane e la designazione a componente della commissione di scrutinio per l’immissione in ruolo dei volontari dell’Esercito meridionale.
Il 27 marzo 1862 passò nell’esercito regolare con il grado di luogotenente generale, e il successivo 20 agosto fu nominato comandante della XX Divisione attiva.
Nel frattempo era stato eletto deputato (sedette alla Camera per cinque legislature, dalla VII all’XI, 10 maggio 1860-22 gennaio 1871, venendo infine nominato senatore il 9 novembre 1872).
Prese parte alla III Guerra d’Indipendenza al comando della VI Divisione, e partecipò alla presa di Roma alla testa dell’XI.
A partire dal 1866, la sua attenzione fu rivolta soprattutto a problemi strategici e in particolare ai nuovi equilibri determinati in Europa dall’affermazione della potenza militare prussiana. All’argomento dedicò numerosi saggi pubblicati sulla Rivista Militare, soprattutto dopo il 1870. Il confronto tra le strutture militari tedesche e quelle italiane lo convinse della necessità di una concentrazione dei comandi, esigenza che si fece pressante nel 1881, alla vigilia di un possibile confronto armato con la Francia, circostanza che portò alla creazione del Comitato di Stato Maggiore.
Primo capo del nuovo organismo fu proprio il Cosenz, e il relativo decreto di nomina, datato 3 agosto 1882 (Cfr. MCRR, b. 327, f. 9, doc. 8), costituì il culmine della sua carriera militare, che lo aveva portato, tra l’altro, a comandare le divisioni militari di Bologna (1866-1870) e Roma (1870-1877) e il I corpo d’armata di stanza a Torino (1877-1881).
Nei dodici anni di esercizio della prestigiosa carica (fino al 3 novembre 1893) il Cosenz attuò la trasformazione dell’esercito da coacervo di corpi di diversa origine ad organismo razionalmente costruito, anche in ossequio alla politica aggressiva del Crispi.
Lasciato l’incarico, il generale fu posto in ausiliaria e dal 1 ottobre 1896 collocato a riposo. Nel 1890 gli era stato conferito il Collare dell’Annunziata, e successivamente fu insignito della massima onorificenza militare italiana, la gran croce dell’Oriente di Savoia.
Morì a Roma il 28 settembre 1898.
Note:
Avvertenze per la consultazione.Luigi Cosenz, padre di Enrico, è indicato nell’inventario come Cosenz Luigi (I), per distinguerlo dal nipote dello stesso Enrico, indicato come Cosenz Luigi (II).
Redazione e revisione:
- Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
- Pizzo Marco, 2006/03/07, aggiornamento