Istituto per la storia del Risorgimento italiano

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Fondo Amat

Titolo originale:

Fondo Amat

Tipologia:

fondo

Data:

XIX sec.

Consistenza:

7 buste

Descrizione:

Le carte che compongono l’Archivio Amat costituiscono uno dei nuclei più antichi dell’Archivio del Museo Centrale del Risorgimento. Esso è stato oggetto di una disamina approfondita da parte di Emilia Morelli, che nella Rassegna Storica del Risorgimento (XXXXXX) faceva un’attenta analisi sia della tipologia della documentazione che dei corrispondenti del cardinale sardo.
Il complesso documentario che porta il suo nome, infatti, costituisce una fonte di grande importanza sia per la storia delle Legazioni e dei rapporti politici tra Centro e periferia negli anni cruciali 1840-1860, sia una miniera d’informazioni per chi voglia tratteggiare la figura di Amat uomo, amico di molti dei personaggi eminenti dell’epoca sia in ambiente laico che ecclesiastico, attento osservatore e protagonista di mutamenti e passaggi storici significativi.
Nello studio già citato, Emilia Morelli ha elencato i vari corrispondenti del cardinal Amat, dando conto per quasi ciascuno di loro del tono e del contenuto della corrispondenza.
Dalla schedatura analitica, però, sono emersi alcuni documenti particolari che vorrei elencare qui.
Mi riferisco alla lettera indirizzata ad Agostino Depretis scritta da Palermo nel settembre 1862 da Giacomo Medici del Vascello e alla lettera dello stesso Depretis ad Umberto I.
E ancora l’elenco dei venti personaggi che costituivano il seguito di Guglielmo di Prussica durante il suo viaggio in Italia del 1874, corredato dalle firme di ciascuno di loro .
3 lettere di Marie Henriette princip. Del Belgio
1 lettera di Cesare Cantù
1 lettera di Francesco Crispi
1 lettera di D’Azeglio da Milano
1 Clelia Garibaldi a Menotti
Pietro Godetti dalla Svizzera
Discorso ai bolognesi di Gioberti
Hudson a Quintino Sella
Isabel principessa del Brasile
Pellegrino Rossi (3)
Caratteristica comune a molte delle lettere ricevute dal card. Amat è quella di avere, sul verso, l’annotazione di mano dello stesso cardinale in genere riferita alla data di ricevimento e di risposta; talvolta le annotazioni tergali riferiscono qualche dettaglio sul contenuto o sui personaggi cui la missiva avrebbe potuto essere inoltrata per conoscenza.
Sul verso, a matita, nota di chi ha raccolto le lettere: \"56 lettere di diplomatici italiani e stranieri\"

Storia archivistica:

Nota biografica

Nacque a Situai (Cagliari) il 20 (o secondo altri il 21) giugno 1796, da nobile famiglia di origine catalana. Terminati gli studi di retorica e legge presso i Padri Scolopi del Collegio di S. Giuseppe, conseguì la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Cagliari nel 1815. Trasferitosi a Roma proseguì negli studi come allievo dell’Accademia dei nobili ecclesiastici. Nel 1819, su diretto interessamento del cardinal Consalvi allora Segretario di Stato, intraprese la carriera prelatizia, ricoprendo in Curia la carica di protonotario apostolico, membro della Congregazione del Buon Governo e del Tribunale criminale. Inviato a Bologna in qualità di vice-legato del cardinal Spina, divenne nel 1822 delegato apostolico della città e ducato di Benevento; l’anno successivo fu delegato apostolico di Spoleto e Rieti.
L’incarico che segnò la formazione e la personalità di Amat fu però, oltre alla nomina ad Arcivescovo di Nicea in partibus (1827) la nomina a Nunzio apostolico presso la corte napoletana. Il suo operato si rivelò particolarmente utile alla S. Sede durante i moti rivoluzionari del 1831 quando egli, in particolare, riuscì a controllare i movimenti degli elementi rivoluzionari nel Regno delle Due Sicilie. Alla fine del 1831 fu destinato alla Nunziatura di Madrid, che riuscì a raggiungere solo nel 1833, morto Ferdinando VII, per la nota situazione di crisi determinata dai contrasti tra carlisti e cristini e all’atteggiamento assunto dalla S. Sede.
Amat fu addirittura allontanato dalla Spagna nell’agosto 1835 quando le relazioni diplomatiche tra Papato e Regno spagnolo s’interruppero formalmente; a Roma nel 1837 fu nominato cardinale con il titolo di S. Maria in via. Proprio nel novembre 1837 gli fu affidato il compito più delicato, quello di legato a Ravenna con facoltà straordinarie per Bologna, Ferrara e Forlì; nei sei anni che trascorse in Emilia ebbe modo di dimostrare larghezza di vedute e grande capacità di mediazione, intrattenendo rapporti con gli elementi più avanzati tra i moderati e gestendo in maniera oculata i forti contrasti che agitavano quelle terre. I suoi contrasti con il legato bolognese card. Ugo Spinola, prelato intransigente e amministratore severo, furono probabilmente la causa del suo rientro a Roma nel novembre 1843.
Nominato Prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide e presidente della Reverenda Camera degli Spogli, fu di nuovo in Emilia dal gennaio 1847; all’indomani dell’elezione di Pio IX infatti, fu nominato legato di Bologna. Quando nel luglio 1848 le truppe austriache invasero la città Amat era assente e per giorni si verificarono disordini e scontri gestiti, in assenza del legato, dal liberale conte Bianchetti. In seguito all’accaduto e alle polemiche suscitate il cardinale presentò al Pontefice le sue dimissioni ed ottenne l’esonero dalla carica.
Dopo un breve periodo in Umbria raggiunse Pio IX a Gaeta.
Trascorse gli ultimi anni negli uffici di Curia e negli impegni pastorali; Vescovo di Palestrina nel 1852, Cancelliere di Santa Romana Chiesa nel 1853, Vescovo di Porto nel 1870 e dal 1877 di Ostia e Velletri. Morì a Roma il 30 marzo 1878.

La documentazione è stata prodotta da:


Persone:


Redazione e revisione:

  • Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
  • Pizzo Marco, 2016/09/19, aggiornamento