Titolo originale:
Fondo BediniTipologia:
fondoData:
XIX sec. 2° Quarto - XIX sec. FineConsistenza:
15 busteDescrizione:
Il fondo è composto da un totale di 1847 unità archivistiche, così suddivisibili:: 1841 documenti, 1 manoscritto e 5 stampati, tutti compresi negli anni tra il 1815 e il 1870 ca.I documenti sono per la maggior parte costituiti dalla corrispondenza intercorsa tra il Bedini, i Legati delle Province e la Santa Sede; essa si riferisce nella maggior parte dei casi alle problematiche legate al controllo delle Legazioni e ai delicati rapporti con il governo austriaco. Tra gi altri documenti, si conserva il Protocollo d’intesa tra Stato Pontificio e Governo Austriaco sul mantenimento delle truppe di stanza nelle Legazioni. E’ opportuno sottolineare, però, che le Carte Bedini costituiscono una fonte significativa per lo studio delle vicende delle Legazioni anche nel periodo precedente e successivo al suo mandato di Commissario strordinario; la sua prima lettera da Bologna è infatti del luglio 1848, l’ultima del 1852, .ma numerosi sono i documenti (lettere, rapporti e relazioni) riguardanti gli anni che precedettero il suo insediamento nel capoluogo emiliano o relative al periodo successivo al suo ritorno a Roma. Tra le prime è utile segnalare il “sommario dei fatti” nelle diverse province delle Legazioni con 384 nominativi di rivoltosi contenuti in un quaderno di 24 pagine dall’intitolazione "Elenco delle processure politiche ultimati che restano a giudicare dal turno speciale presso il Supremo Tribunale della Sacra Consulta con un cenno dei fatti in ciascuna causa ..." databile tra il 1844 e il 1845.Ancora, il gruppo di sentenze emesse a Bologna contro cospiratori dal mese di ottobre 1843 a tutto il 1844 e copia gli atti processuali del Tribunale bolognese dei primi otto mesi del 1845.Nelle Carte Bedini si trovano inoltre due rapporti inviati nel 1835 dai Carabinieri Pontifici all’alto comando dell’arma da Rimini, Forlì e Subiaco e la serie di ottantatrè rapporti inviati al Governatore di Roma dal carabiniere pontificio F. Nardoni. negli anni 1839-46. Questi ultimi documenti si presentano rilegati in un volume miscellaneo, nella busta 37, fascicolo.16.Particolare interesse per i rapporti con il Gran Ducato di Toscana traspare dalle copie del carteggio e delle relazioni inviate da Vienna al Gran Duca nel 1815 da Neri Corsini, dalle ventidue lettere del presidente del Consiglio dei Ministri del Gran Ducato di Toscana Baldasseroni (1849-1852) e dalle otto lettere scritte negli stessi anni dal Ministro Leonida Landucci.Tra i documenti che riguardano invece il periodo successivo al suo incarico a Bologna, va ricordata la lettera con cui, nel febbraio 1855, Basilio Brunori Tommasi da Imola segnala al Direttore della Polizia Provinciale di Bologna la possibile presenza in città di Felice Orsini, descrivendone su un foglio allegato i connotati utili per il riconoscimento e le numerose comunicazioni ai legati del Direttore Generale della Polizia Pontificia Matteucci. Il fondo, pertanto, si presenta articolato e complesso e al suo interno è necessario descrivere tre tipologie documentarie particolari, che hanno spesso posto problemi di descrizione. E utile porre l’accento innanzi tutto su una tipologia particolare di documentazione, fortemente rappresentata nelle carte di mons. Bedini. Oltre alla corrispondenza e alle relazioni nella forma che potrebbe definirsi “canonica” le Carte Bedini infatti sono ricche di suoi appunti e brevi annotazioni riguardo alle varie questioni legate al governo delle Legazioni e sui fatti avvenuti a Bologna e a Forlì. Queste carte, spesso dal testo molto breve, costituiscono un’importante testimonianza “parallela” alla documentazione ufficiale Un altro elemento caratterizza buona parte della documentazione del Fondo: molti dei documenti in esso conservati (in particolar modo quelli relativi agli anni 1849-1852) sono copia della documentazione originale.L’indicazione esplicita di “copia” compare molto raramente, ma la grafia è spesso la medesima in un gran numero di lettere e di rapporti inviati da mittenti diversi e frequentemente sul verso compaiono le note della cancelleria della Legazione. E ancora, numerose sono le minute o le trascrizioni fatte dallo stesso Bedini o, perlomeno, siglate con le sue iniziali GB. Numerosi tra questi documenti in copia sono stati successivamente rilegati in volume, come già accennato per la corrispondenza del Nardoni. Un corpus di particolare importanza nelle Carte Bedini è rappresentato dalla serie dei quarantanove autografi di Pio IX; la firma del Pontefice non compare in questi documenti, ma l’identificazione della grafia risale al periodo in cui il materiale documentario era in deposito presso la Sezione Risorgimento della Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II di Roma, come risulta dai timbri e da alcune didascalie che accompagnano i documenti attribuiti al Papa. Si tratta per la maggior parte di bozze di discorsi e appunti di vario genere, generalmente privi di datazione.Tra questi, un breve promemoria su un progetto di un Congresso a Roma dei Rappresentanti delle quattro Corti probabilmente del marzo 1848, un appunto, in parte depennato, sull'uccisione di Monti e Tognetti.Tra le minute autografe del Pontefice, sono da segnalare la lettera a Carlo Alberto del 7 aprile 1848 e quella successiva, del 12 maggio, in cui Pio IX invoca la comprensione di Sua Maestà sulle sue affermazioni circa la nazionalità degli italiani, e accenna a una simile lettera scritta all'Imperatore d'Austria. Proprio a Francesco II imperatore d’Austria è invece indirizzata la minuta di lettera datata 22 luglio 1848.Di particolare interesse sembra la minuta di un ringraziamento ai cittadini romani successiva al settembre 1870, data cui il Pontefice fa riferimento.Da ultimo, l’ unico manoscritto delle Carte Bedini rappresenta certamente una fonte di grande interesse: si tratta della traduzione in italiano del diario di un anonimo soldato francese sugli avvenimenti dell’assedio di Roma nel 1849, dalla partenza da Marsiglia all’ingresso a Roma (dal 20 aprile al 2 luglio 1849).Storia archivistica:
Nato a Senigallia il 15 maggio 1806; di famiglia modesta, Gaetano Bedini frequentò il seminario e fu ordinato sacerdote nel dicembre 1828.Trasferitosi a Roma, nel 1838 fu inviato come uditore presso il Nunzio Apostolico a Vienna, il card.inal. Ludovico Altieri. Nell’ottobre 1845, quando l’Altieri fu richiamato a Roma, ebbe la nomina di internunzio apostolico e d’inviato straordinario in Brasile.
Rientrato a Roma nel marzo 1848, fu nominato da Pio IX sostituto della Segreteria di Stato; fuggito con il Pontefice a Gaeta, Bedini invocò più volte la dura repressione e l’impiego delle armi per il ristabilimento dell’autorità del Papa. Nel gennaio 1849 si recò personalmente a Bologna nell’intento di convincere le truppe svizzere di stanza in città ad abbandonare le posizioni per unirsi alle truppe rimaste fedeli al Pontefice. Fallito questo tentativo, nell’aprile 1849 s’insediò a Bologna con la carica di Commissario straordinario delle quattro Legazioni..
La restaurazione dell’autorità della S. Sede fu l’ obiettivo principale del suo mandato, seppure il suo disegno trovasse ostacolo nell’autorità del comandante austriaco, unico e vero governatore della zona.
La vicenda e la condanna a morte di Ugo Bassi, in difesa del quale il quale era atteso un suo intervento mai pronunciato, provocò forti polemiche sull’operato del Legato, all’inizio del 1852 fu rimosso dall’incarico e richiamato a Roma.
Nominato Nunzio Apostolico in Brasile e arcivescovo di Tebe, prima di raggiungere Rio de Janeiro si trattenne per sette mesi negli Stati Uniti, con la missione di favorire l’apertura di una nunziatura a Washington e di rinsaldare i rapporti tra Chiesa Cattolica e il Presidente americano. La sua permanenza però fu segnata dalle forti contestazioni che si scatenarono contro di lui ad opera di Alessandro Gavazzi, ex cappellano dei volontari pontifici trasferitosi a New York,. L’eco delle polemiche americane raggiunse il Brasile, tanto che a Roma si reputò opportuno richiamare Bedini dagli Stati Uniti prima che raggiungesse Rio de Janeiro.
Nel giugno 1856 fu nominato segretario della Congregazione di Propaganda Fide; nel 1861 Vescovo di Viterbo e Toscanella.
Nominato cardinale da Pio IX nel 1861, morì a Viterbo il 6 settembre 1864.
La documentazione è stata prodotta da:
Persone:
- Bedini Gaetano Commissario straord. Legazioni, autore
Redazione e revisione:
- Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
- Pizzo Marco, 2005/09/29, aggiornamento