Istituto per la storia del Risorgimento italiano

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Fondo Cairoli

Titolo originale:

Fondo Cairoli

Tipologia:

fondo

Data:

(s.d.)

Consistenza:

[non specificata]

Descrizione:

Il fondo archivistico della famiglia Cairoli conservato presso il Museo Centrale del Risorgimento di Roma apparteneva ad una sorella di Adelaide Cairli, Ernesta Cavallini Bono ed ai suoi discendenti. Queste carte furono studiate in parte da Michele Rosi nei suoi volumi I Cairoli. La documentazione raccolta al Museo Centrale del Risorgimento di Roma si trova raccolta nelle buste 599 – 601.
La consistenza è abbastanza notevole dal momento che la busta 599 si compone di 41 fascicoli; la busta 600 di 45 fascicoli; la busta 601 di 60 fascicoli, documentazione costituita da lettere, minute, manoscritti, testamenti, appunti, componimenti poestici, stampati, fotografie e il tutto copre un periodo cronologico che va dal 1841 al 1919.
E’ opportuno segnalare alcune carte interessanti per comprendere la struttura e la composizione di questo fondo, in seguito all’analisi svolta nel corso della schedatura presso il Museo Centrale del Risorgimento:
-Fascicolo intitolato “Tre lettere del mio illustre vegliardo amico Avv. Luigi Beretta che a scopo di profondo studio stette rinchiuso 14 anni nella Certosa di Pavia uscendone poi per sposare la donna interessante da lui amata. Fra tali lettere ve n’è una dell’illustre Medico Raf. Bertani che operò ed assistette in morte Giovannino Cairoli suio diletto Cugino” del 1872 (B.599 – F.2).
-Fascicolo intitolato “Lettere per me carissime di Rachele Cairoli, diletta all’anima mia e pregiate come amica e sorella elettissima della mia prima giovinezza, sebbene ella avesse otto o nove anni più di me; differenza che non tolse nulla alla sconfinata confidenza della nostra amicizia ed amore fraterno, avendo per mio contro trovato in Lei la bontà illuminata, la sapienza, l’amore di una seconda madre che la mia autentica singolarmente pregiava ed amava, lieta della nostra reciproca tenerissima simpatia. La morte di Lei immatura fu il primo intenso perpetuo dolore della mia vita. Pochi mesi prima di morire essa venne a Nizza colla Mamma mia ad assistermi nel mio primo parto; e dopo cinque mesi Essa soccombeva nel dare alla luce il suo quarto Angioletto. Sebbene accorsa immediatamente al suo letto non vi trovai che la salma di quella mia adorata la quale espresse alla povera madre cara il desiderio di essere trasportata a Groppello nel Sepolcreto di Famiglia dov’io durante tre giorni rimasi lunghe ore a pregare e piangere sulla sua fossa e me ne strappai per accorrere al mi nido e ad attingervi i conforti di sposa, le gioie sante di Madre novella! Ma quel dolore è di quelli che lasciano per sempre un segno indelebile nel cuore e nello spirito!!!”. Questo fascicolo contiene N.13 lettere dal 1853 al 1855 (B.599 – F.11).
-Fascicolo intitolato “Lettere della già Adelaide Cairoli” contenente 5 lettere del 1869 (B.599 – F.23).
- “Ode ditirambica” (s.d) dedicata da Luigi Cairoli alla madre Ernesta Cavallini Bono. Si tratta di un componimento poetico inserito in una cornice cromolitografata con putto e due cuori trafitti (B.600 – F.21)
-Fascicolo intitolato “Alcune lettere dell’Amica intima ed unica di mia Madre con la quale si amarono sulla terra, come si ama in Cielo. Questa Eletta fu la Contessa Ernestina di Castellungo, dei Marchesi di [Sertisana], la quale fu pure mia Madrina di Cresima, e la Mamma mia morendo, lasciandomi l’incarico di fare lo spoglio delle sue carte mi disse di conservare fra le lettere che tanto le furono care della perduta angelica Amica quelle poche che on registravano sfoghi di confidente amicizia e di personale vicende, pregandomi di conservarle come candida memoria di un’anima pure nobilissima, santa ed eroica… della quale l’Angiolo mi materno fu il secondo degnissimo esemplare! Oggi io le intravvedo entrambe nella letizia, nella gloria dei Cieli circonfuse nello stesso nimbo, nell’aureola medesima delel predilette del Signore1”. Ciò fu scritto per mano di Luigi Cairoli ed in questo fascicolo sono raccolte N.6 lettere dal 1841 al 1843 (B.600 – F.25)
-Fascicolo intitolato “Lettere riguardanti la malattia, e la morte dell’amato mio Benedettino, con due autografi suoi [pre…] diretti al fratello Carlo, e al Sig.r Felice Sciomachen”, contenente una lettera del 1866 (B.600 – F.28).
-Tabella nosografica di Marco Cavallini in cui si afferma che entrò il 25 giugno 1866 a causa di una ferita di arma da fuoco, e morì il 7 luglio 1866. La tabella nosografica è preceduta da una carta in cui si dice: “Vi si contiene un documento preziosissimo per la mia povera Ernestina e da rimetterle in un momento in cui Essa si trovi un po’ meno abbattuta. La tavola nosocomiale relativa a que’ giorni in cui rimase il povero Benedettino nell’Ospitale di Verona” (B.600 – F.36).
-Necrologio (set. 1866) per Benedetto e Marco Cavallini fatto dalla Famiglia. Benedetto Cavallini, sottotenente nel 19° Fanteria, cadde nella “funesta giornata del 24 giugno all’assalto di S. Lucia”, morendo prigioniero all’Ospedale di Verona n seguito a gravi ferite. Marco Cavallini, studente del 2° anno di Legge, morì a Belgirate dopo una lunga malattia che lo colse in campo militando sotto le insegne del Gen. Garibaldi (B.600 – F.36).
-Schizzo a matita (3 lug. 1871) del monumento funebre di Benedetto Cairoli a Verona con la trascrizione delle epigrafi. Lo schizzo e le epigrafi vengono riportate testualmente da Benedetto Dal Lago per Fedelina Durandi Cavallini (cugina prediletta di Benedetto Cairoli): “Schizzo del monumento eretto alla benedetta memoria dell’eroico Benedetto Cavallini nel Cimitero militare di Verona fuori Porta S. Zeno” (B.601 – F.1).
-Fascicolo intitolato “Lettere carissime, paterne dell’eletto mio vecchio amico Ammiraglio Augusto barone D’Auvare, parente e concittadino diletto di mio marito, e che nei pochi anni di soggiorno in cui fummo insieme a Nizza fu per me un secondo affettuoso gentilissimo padre. Come Ammiraglio Camillo lo tenne in grandissimo conto… Intendiamoci, Camillo Benso di Cavour e basta!”, contenente N.7 lettere dal 1860 al 1870 (B.601 – F.4).
-Fascicolo intitolato “Lettere, e carte ricevute durante il mio soggiorno a Ceva, presso la mia diletta Fedelina, dopo l’ultima tremenda sciagura che mi colpì colla perdita dell’amato, e sempre pianto Marchino, che compì la misura del martirio materno! Ceva, 9 gennaio 1867”, contenente due lettere degli anni 1866 – 1867 (B.601 – F.7).
-Lettera di Garibaldi ai Cittadini di Nizza in cui accetta la presidenza dell’Associazione di Mutuo Soccorso, datata Caprera, 3.3.1863. Si tratta di una copia conforme autografa pubblicata sull’ “Edizione Nazionale” – vol.V – p.189 (B.601 – F.30).
-Lettera di Garibaldi a Benedetto Cairoli (Caprera, 10.10.1864) dopo la famosa Convenzione fatta con Napoleone III per il trasporto a Firenze della Capitale d’Italia (B.601 – F.31).
-Lettera di Garibaldi a Benedetto Cairoli (Caprera, 21.5.1866) in cui gli chiede d’intercedere presso la Commissione affichè siano ammessi tutti i validi Ufficiali dell’epoca di Marsala, e che non siano esclusi a causa della partecipazione a quella spedizione (B.601 – F.31).
-Fascicolo intitolato “Ultime lettere della mia angelica Amica Adriana Zoal, cara Sorella d’elezione, ognor commossa nelle migliori potenze interine della mia anima tutta ammirata di tanto prodigio di virtù, d’amor materno e sublime sacrificio di dolore immensurabile consumato sull’ora del materno martirio eroico, sino alla morte” contenente N.22 lettere dal 1897 al 1909 (B.601 – F.53).
-Fascicolo intitolato “Brani di lettere di Benedetto Carioli” dirette a Fedelina Durandi Cavallini dal 1855 al 1871 (B.601 – F.56).
-Diario di Ernesta Cavallini Bono dal 1859 al 29 mag. 1867. All’interno contiene un disegno a matita con data “Belgirate, 13 ott. 1850” e una fotografia della Famiglia Cairoli (B.601 – F.57).
-Manifesto a stampa (Pavia, 13.6.1866) di Adelaide Cairoli Bono alle cittadine di Pavia nel quale comunicava l’immediata urgenza di provvedere di camicie rosse per i volontari (B.601 – F.58).
-Copia di lettera di Giuseppe Mazzini (s.d.) ad Adelaide Cairoli Bono per la morte di Giovanni Cairoli (B.601 – F.58).
-Copia di testamento olografo di Adelaide Cairoli Bono datato Pavia, 8.4.1871 (B.601 – F.58).
-Ritaglio di articolo di giornale (s.d.)relativo alla vita di Adelaide Cairoli Bono (B.601 – F.58).
-Discorso “Parole pronunciate da Benedetto Cairoli sulla bara di Francesco Simonetta” del set. 1863 Copia di testamento olografo di Adelaide Cairoli Bono datato Pavia, 8.4.1871 (B.601 – F.59).
-Discorso (s.d.) di Benedetto Cairoli, Presidente del Consiglio dei Ministri, come risposta al Sindaco di Torino a nome del Governo (B.601 – F.59).
-Copia dattiloscritta del testamento di Elena Cairoli Sizzo datato Groppello, 25.7.1919 (B.601 – F.59).
-Discorso (set. 1860) di Fedelina Durandi Cavallini pronunciato per la morte di Luigi Cairoli. E’ presente un ovale con il ritratto di Luigi Cairoli a fianco alle parole trascritte del discorso in sua memoria (B.601 – F.60).
-Articolo copiato dal Giornale di Palermo nell’ott. 1860 riguardante la famiglia Cairoli e il suo valoroso legame alla patria (B.601 – F.60).
-Fotografia (albumina – formato carte de visite 60x100) realizzata da G. Alinari (s.d.) ritraente Giuseppe Mazzini. La fotografia è avvolta da un foglio con la scritta: “Effige di Giuseppe Mazzini sul suo letto di morte donatami dalla cara Zia Adelaide Cairoli insieme ad un di lui autografo qual memoria patriottica” (B.601 – F.60).

Storia archivistica:

Pavia 28 gen. 1825 – Napoli 8 agosto 1889
Benedetto Cairoli nacque da Carlo (professore della facoltà medica e poi rettore dell’Università di Pavia, primo podestà di Pavia dopo la ritirata degli Austriaci nel marzo 1848) e da Adelaide Bono (figlia di un prefetto del Regno italico che dal regime napoleonico aveva avuto il titolo comitale), fu educato a sentimenti patriottici. Quando divenne studente di giurisprudenza a Pavia, partecipò attivamente al movimenro nazionale e liberale della gioventù universitaria e, scoppiata nel 1848 la guerra d’indipendenza, si arruolò nella compagnia dei volontari pavesi, raggiungendo il grado di tenente. La fine sfortunata della guerra lo indirizzò verso il movimeto mazziniano.
Il decennio 1849 – 1859 fu per lui un periodo di intensa attività politica: colpito da un ordine di arresto dell’autorità militare austriaca, si salvò fuggendo da Pavia verso il Piemonte, mentre la sua casa veniva perquisita. Iniziava in questo modo la sua emigrazione politica, rifugiandosi a Zurigo e riuscendo a rientrare in Piemonte nel 1853. Si stabilì quindi nella villa di Groppello dove curò gli interessi di famiglia, ricoprendo anche la carica di Consigliere Comunale, mentre Villa Cairoli diventava un centro di azione patriottica. In seguito aderì alla politica di Cavour, che preparava intanto la seconda guerra d’indipendenza nazionale: allo scoppio della guerra Benedetto Cairoli si arruolò nel 2° Reggimento Cacciatori delle Alpi. In questo periodo soffrì la morte del fratello Ernesto e si strinse sempre di più a Giuseppe Garibaldi.
Durante la spedizione nell’Italia Meridionale, B. Cairoli ebbe il comando della 7^ compagnia, quasi tutta composta di studenti dell’Università di Pavia. A Calatafimi, il 15 maggio 1860, la compagnia ebbe l’onore di scortare la bandiera dei Mille; alla presa di Palermo Benedetto Cairoli cadde gravemente ferito al ginocchio. Fu promosso Colonnello ma dovette restare immobilizzato a Palermo fino al dicembre 1860, prostrato tra l’altro per la morte del fratello Luigi.
Eletto deputato nella VII Legislatura (fu eletto poi in modo continuativo fino alla XVI), portò nella politica le idee della sinista garibaldina, auspicando con forte sentimento patriottico la liberazione di Venezia e di Roma. Fu presidente del Comitato Centrale Unitario nel 1864, che aveva lo scopo di preparare i mezzi per il compimento dell’untà italiana. Nel 1866 divenne membro della Commissione per l’arruolamento dei volontari e partì per il campo al seguito di Garibaldi. Nel 1867 moriva nello sfortunato tentativo a Villa Glori il fratello Enrico e l’altro fratello Giovanni rimaneva ferito. Benedetto Cairoli combattè aspramente in Parlamento contro la tassa sul macinato, misura fiscale durissima e molto impopolare e veniva eletto Vicepresidente della Camera dove non perse occasione per incitare alla liberazione di Roma.
Nel 1872 sposava la contessina Elena Sizzo di famiglia trentina e continuava il suo percorso politico nella Sinistra intransigente, opponendosi anche a Depretis nel 1876. Nel 1878 Benedetto Cairoli assunse la Presidenza del Consiglio dei Ministri affidando il Ministero degli Interni a Giuseppe Zanardelli, il Ministero delle Finanze e del Tesoro a F. Sismit-Doda, il Ministero dei Lavori Pubblici ad A. Baccarini, il Ministero della Giustizia a R. Conforti, il Ministero della Pubblica Istruzione a Francesco De Sanctis, il Ministero della Guerra al Gen. G. B. Bruzzo, il Ministero della Marina all’ammiraglio E. Di Brocchetti e il Ministero degli Esteri al conte L. Corti. Il primo ministero Cairoli cadde su una questione di politica inerna, per l’attentato del 17 nov. 1878 al Re Umberto I a Napoli: il Cairoli che accompagnava il Re in carrozza, fece scudo al sovrano venendo ferito con una pugnalata ad una gamba. Tale gesto gli valse la concessione della medaglia d’oro al valore militare. Il Cairoli tornò alla direzione del governo nel luglio del 1879 succedendo a Depretis e continuando instalcabilmente la sua presenza nella politica italiana fino al 1883. Fu insignito del collare dell’Annunziata e si spense a Napoli nell’agosto del 1889: la sua salma fu portata a Groppello nel sepolcro della famiglia.

Note:

Si rimanda al saggio critico di Emilia Morelli, I fondi archivistici del Museo Centrale del Risorgimento, Quaderni di Clio – 9, La Fenice Edizioni – Roma, 1993, pp.50-51
M. Rosi, I Cairoli, Torino 1908
R. Rampoldi, Pavia nel Risorgimento Nazionale, Pavia 1927
Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma, 1975, Società Grafica Romana, pp. 365-373

Redazione e revisione:

  • Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
  • Pizzo Marco, 2006/03/15, aggiornamento