Istituto per la storia del Risorgimento italiano

Consultazione on-line del patrimonio archivistico

Fondo Comitato Nazionale Romano

Titolo originale:

Fondo Comitato Nazionale Romano

Tipologia:

fondo

Data:

(s.d.)

Consistenza:

[non specificata]

Descrizione:

Il fondo “Comitato Nazionale Romano” colleziona un consistente numero di lettere tra i maggiori militanti del Comitato Nazionale Romano. Sono raccolte poi anche alcune carte relative alle vicende del 1848-49 e una piccolissima ma interessante serie di stampati. I documenti, raccolti nella busta n.:4, coprono un periodo che va dal 1798 al 1926, per una consistenza pari a 168 unità.
Questa documentazione è giunta nel presente archivio dalla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II a cui era stata donata nel 1882 da Leopoldo Vernese, come attesta l’elenco di versamento qui conservato (MCRR b. 4, f. 18, 1).
La parte numericamente più importante del fondo è costituita dal carteggio tra diversi esponenti del Comitato Nazionale Romano, ristretto però ai soli anni 1864-65. Tra i nomi che figurano con maggiore frequenza si possono citare: Alibrandi Luigi (Flaminio), lettere al Comitato Nazionale Romano, 30 luglio – 9 settembre 1864 (MCRR b. 4, f. 10, 1-2); Carlucci Clito (Caio), lettere a Dubino Luigi (Veturio), De Dominicis Antonio (Enrico I) e al Comitato Nazionale Romano, 21 giugno 1864 - 27 giugno 1865 (MCRR b. 4, f. 8); Checchetelli Giuseppe (Flavio I), lettere al Comitato Nazionale Romano, 14 giugno 1864 - 26 giugno 1865 (MCRR b. 4, ff. 1-3); Silvestrelli Luigi (Mario), lettere ad Alibrandi Luigi (Flaminio), De Dominicis Antonio (Enrico I) e al Comitato Nazionale Romano, 10 maggio - 18 ottobre 1864 (MCRR b. 4, f. 13, 1-7).
Molti di questi documenti, oltre che firmati con pseudonimi, sono anche scritti attraverso cifrari, per la cui decifrazione possono risultare utili: appunto con chiavi di decifrazione su carta intestata dell’Esposizione Generale Italiana in Torino 1884, Comitato Esecutivo, (MCRR b. 4, f. 18, 6); appunto con: “Cifra delle lettere al Comitato Nazionale. Notizie raccolte\", Roma, 2 ottobre 1882 (MCRR b. 4, f. 18, 4); appunto di Checchitelli Giuseppe: “Tentativo d\'interpretazione delle lettere in cifra donato dal Cecchitelli”, senza luogo ne data (MCRR b. 4, f. 18, 5).
Oltre alla documentazione strettamente attinente al Comitato Nazionale Romano, sono conservate anche alcune carte di diversa origine tra cui si possono ricordare: lettera di Bufalini a Pianciani, Roma, 18 aprile 1798 (MCRR b, 4, f. 28, 1); lettera di Camillo Benso, conte di Cavour diretta ad Alphonse Leroux, Torino, 13 luglio 1845 (MCRR b, 4, f. 20, 1); lettera di Massimo Taparelli d’Azeglio diretta a Virginia Tassoni Torgetti, Acqui 8 settembre 1849 (MCRR b, 4, f. 21, 1); sentenza a stampa del Supremo Tribunale della Sacra Consulta contro gli imputati dell’omicidio di Pellegrino Rossi, Roma, 17 maggio 1854 (MCRR b. 4, f. 24, 1); copie dattiloscritte e minute di lettere indirizzate dal deputato radicale dell’estrema sinistra Felice Cavallotti a Luigi Fontana, 19 gennaio 1880 - settembre 1885 (MCRR b, 4, f. 39; b. 4, f. 36, 1-2); copia dattiloscritta di lettera di Felice Cavallotti diretta a Francesco Crispi, Milano, 11 gennaio 1895 (MCRR b, 4, f. 38, 2); memoria di Giovanni Battista De Giovannini: Aspromonte 29 agosto 1862. Memorie di Ufficiale dei Bersaglieri, 25 marzo 1918 (MCRR b, 4, f. 43, 2).
Nello studio del fondo “Comitato Nazionale Romano” si consiglia di affiancare quello del “Fondo Checchetelli”, che conserva una ricca documentazione sia della figura di Giuseppe Checchetelli che del Comitato Nazionale Romano (MCRR bb.183-192).

Storia archivistica:

Negli anni immediatamente successivi alla caduta della Repubblica Romana del 1848-49, e il ritorno del governo pontificio, nacque in segreto il Comitato Nazionale Romano, un partito di tendenze unitarie con lo scopo principale di mantenere vivo il sentimento nazionale, e quindi preparare il terreno più favorevole in vista della prima occasione per riprendere la lotta attiva in favore dell’unita d’Italia. Nel corso degli anni però, perso lo slancio iniziale, la sua capacità d\'iniziativa andò riducendosi, sviluppando una politica sempre più attendista, fino a cessare del tutto ogni attività a partire dal 1867.
Nel corso della sua esistenza il Comitato Nazionale Romano costruì una fittissima rete di rapporti con gli emigrati romani ed esiliati politici, comprendendo ogni ceto sociale. Le comunicazioni avvenivano attraverso un fitto carteggio, in massima parte costituito da lettere cifrate firmate con pseudonimi per garantire la sicurezza dei molti militanti residenti a Roma. Il principale dei suoi esponenti fu senza dubbio Giuseppe Checchetelli (Roma, 25 novembre 1813 – 19 marzo 1879), che, rientrato a Roma nel 1859 in breve tempo assunse la guida del Comitato.
Laureato in legge, Checchetelli non svolse mai la professione d\'avvocato, preferendogli un’intensa attività letteraria, sopratutto come autore di produzioni teatrali. Fece parte della Guardia Civica istituita da Pio IX e nel 1848 partecipò alla campagna del Veneto.
Nei mesi della Repubblica Romana prese parte attiva nella difesa della città e una volta ripristinato il governo pontificio fu arrestato e tradotto in Castel S. Angelo (febbraio 1850), per poi ritirarsi alcuni mesi dopo nel paese di Ciciliano. Rientrato a Roma nel 1859, Checchetelli già nel 1862, a seguito ad una perquisizione nella sua abitazione dovette abbandonare la città, lasciando la guida del partito ad Antonio De Dominicis, a Domenico Ricci e a Giovanni Venanzi. In seguito Checchetelli fu deputato al parlamento nazionale, ma dopo il 1867 scomparve dalla scena politica.

La documentazione è stata prodotta da:


Enti:


Redazione e revisione:

  • Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
  • Pizzo Marco, 2006/03/07, aggiornamento