Titolo originale:
Fondo Dragone MoriciTipologia:
fondoData:
(s.d.)Consistenza:
3 busteDescrizione:
Le carte del fondo denominato “Archivio Dragone Morici” conservato nel Museo Centrale del Risorgimento, bb. 346-348, fanno riferimento a Luigi Dragone e a sua moglie Rosa Morici. Costoro figurano tra i maggiori protagonisti del movimento democratico napoletano, in virtù del ruolo rivestito all’interno del Comitato Segreto di Napoli, “organizzazione rivoluzionaria di ispirazione mazziniana” che negli anni tra il 1853 e il 1857 “tese nel Mezzogiorno le fila della cospirazione” in base al programma della “bandiera neutra”, ossia “al tentativo di unificare tutte le forze democratiche e liberali disposte all’azione, compresi i moderati”. Del Comitato il Dragone curava la corrispondenza, e tale mansione si riflette nella documentazione di cui ci occupiamo, che costituisce una fonte privilegiata per leggere una pagina importante dell’attività cospirativa nel Meridione, che si chiuse con la fallimentare spedizione di Sapri. Il fondo è composto da 627 documenti e 2 stampati. Essi coprono un arco cronologico che va dal 1807 al 1887.Delle tre buste in cui è suddivisa la documentazione, quelle contraddistinte dai numeri 347 e 348 si riferiscono esclusivamente all’attività del Comitato, di cui si conservano le copie, redatte da Luigi Dragone, delle lettere invitate e ricevute, suddivise in base ai corrispondenti dell’organizzazione, tra i quali ricordiamo Nicola Fabrizi, Carlo Pisacane, Giacinto Albini, Michele Magnone, Alessandro Mauro, Giuseppe Libertini e lo stesso Giuseppe Mazzini.Nella b. 346 è stata invece raccolta documentazione in originale inerente alle vicende personali dei coniugi Dragone (si tratta in gran parte di corrispondenza), oltre a carte relative al padre di Rosa, Domenico, il quale, ufficiale dell’esercito napoletano, aveva successivamente militato tra le file della carboneria, morendo nelle carceri borboniche nel 1840. Mentre i documenti conservati nelle bb. 347-348 si limitano al periodo di attività del Comitato Segreto di Napoli, dunque agli anni tra il 1853 e il 1857, quelli inseriti nella b. 346 coprono un arco di tempo più vasto, che va dal 1807 al 1818 per quello che riguarda le carte relative a Domenico Morici, e dal 1856 al 1868 (ma il nucleo più cospicuo risale agli anni tra il 1857 e il 1863, dopo il fallimento della spedizione di Sapri e la fuga all’estero di Luigi e Rosa Dragone) per quanto concerne la corrispondenza dei coniugi Dragone, con l’eccezione di tre lettere ricevute da Rosa Morici rispettivamente nel 1871, 1876 e 1887.La documentazione della b. 346 risulta conservata all’interno di 59 fascicoli. La corrispondenza risulta suddivisa per mittente, ma la successione dei fascicoli non segue alcun criterio, neanche cronologico.Storia archivistica:
Luigi Dragone nasce a Napoli intorno al 1813. Verso il 1848 cominciò ad accostarsi alle idee liberali, ed è probabilmente nello stesso torno di tempo che sposa Rosa Morici, sorella di Antonio, dirigente della setta Carbonico-militare, il quale combatté nel 1848 a Napoli, subendo una condanna in contumacia a venticinque anni di carcere.Nel 1850 Luigi Dragone viene arrestato con l’accusa di tenere rapporti epistolari clandestini con democratici in esilio. È sospettato inoltre di essere coinvolto nell’attività cospirativa del cognato. Rimesso in libertà e sottoposto a stretta sorveglianza di polizia, nel 1853 accettò di svolgere attività di propaganda politica “nella provincia di Basilicata, quindi in Lecce, in Rossano, in Cilento e in Napoli”, in stretta collaborazione con Giuseppe Fanelli. Quest’ultimo, inviato in Napoli da Nicola Fabrizi per fare della città un centro di iniziativa politica legato ai democratici, venne indirizzato presso Luigi Dragone da Antonio Morici, anch’egli esule a Malta come il Fabrizi. Fu nella casa dei coniugi Dragone, nel vico Salata dei Ventaglieri n. 8, che si sviluppò l’attività del Comitato Segreto di Napoli.
I coniugi Dragone erano tra l’altro in stretta amicizia con il liberale tarantino Nicola Mignogna, già affiliato all’Unità Italiana. Questi, scarcerato nei primi mesi del 1854, riprese immediatamente i contatti con i vecchi compagni di lotta, assumendo immediatamente un ruolo di primo piano nell’attività cospirativa, tentando in una prima fase di accordarsi anche con i moderati, allo scopo di fronteggiare il murattismo.
Ben presto, la sovrapposizione delle iniziative del Mignogna e del Fanelli, che tendevano nelle stesse direzioni, portò i due ad unire le proprie forze, nell’ambito “di quello che avevano chiamato il Comitato”.
L’arresto del Mignogna nel luglio 1855 fece ricadere la responsabilità del Comitato Segreto sul Fanelli, del quale Luigi Dragone svolse le funzioni di segretario.
L’azione dell’organizzazione, come già accennato, restò fondata sul programma della “bandiera neutra”e su quella che il Fanelli definì l’“idea conciliativa”, ossia la ricerca di un’ampia unità con tutte le forze liberali, anche moderate, secondo una linea che “doveva servire ai democratici d’ispirazione mazziniana a togliere ai liberali la direzione del movimento cospirativo nel Mezzogiorno”.
I problemi che il Comitato si trovò ad affrontare furono quelli delle armi e del denaro, e soprattutto quello della direzione politica, vista la coscienza della mancanza al proprio interno di uomini adatti a guidare il passaggio dalla cospirazione all’azione, ossia ad un movimento insurrezionale.
Tali sono in primo luogo gli argomenti trattati nella corrispondenza del Comitato conservata nel Museo Centrale del Risorgimento nelle copie di Luigi Dragone.
La lettere risultano ordinate in base ai corrispondenti del Comitato, e per ciascuno di essi suddivise in spedite e ricevute.
Il nucleo quantitativamente più significativo è quello relativo ai rapporti epistolari tenuti con Nicola Fabrizi.
Si conservano sessantotto lettere spedite dal Comitato al Fabrizi, che datano dal 25 maggio 1855 al 2 luglio 1857. Le lettere del patriota modenese sono invece ottanta e vanno dal 11 settembre 1854 al 16 giugno 1857.
Il Fabrizi funse a lungo da intermediario tra i cospiratori napoletani e gli altri tre loro punti di riferimento fuori del Regno delle Due Sicilie, cioè Carlo Pisacane, Giuseppe Mazzini ed Enrico Cosenz. In particolare il passaggio dalla propaganda all’azione insurrezionale, che portò infine alla tragica spedizione di Sapri, è il tema maggiormente trattato nella corrispondenza con Mazzini e soprattutto con Pisacane.
Oltre che con i patrioti in esilio, il Comitato prese contatto con cospiratori di altre province meridionali, instaurando con essi rapporti epistolari diretti, documentati, attraverso le copie di Luigi Dragone, nelle bb. 347 e 348 dell’ “Archivio Dragone Morici”: ricordiamo Giacinto Albini per la Basilicata, Michele Magnone per Salerno e il Cilento, Vincenzo Padula per la zona di Padula, Alessandro Mauro per Cosenza, Giuseppe Libertini per Lecce. Altro importante fiancheggiatore del Comitato era Filippo Agresti, il quale, arrestato, fece da tramite tra il Comitato stesso e altri patrioti detenuti nel carcere di S. Stefano, come Settembrini, Spaventa, ecc. Da segnalare anche il carteggio con i fratelli Pisani.
Da notare che spesso i corrispondenti del Comitato sono indicati da pseudonimi, come richiedeva la clandestinità, che spinse il Fanelli e il Dragone alla redazione di un cifrario.
All’indomani della disastrosa spedizione di Sapri, i Dragone emigrano prima a Malta, poi a Smirne, ove Luigi insegnò italiano in una scuola. La permanenza nella città turca durò però solo “qualche mese”. A causa della minaccia di arresto da parte del locale console borbonico, i coniugi napoletani si trasferirono infatti ad Alessandria d’Egitto, rimanendovi fino al febbraio 1861, quando tornarono definitivamente a Napoli.
Durante questo periodo il Dragone continuò a mantenere rapporti con i vecchi compagni di lotta, in particolare Fabrizi e Fanelli. Inoltre i coniugi Dragone ricevettero lettere dai congiunti di Rosa.
Anche in questo caso la cautela impose l’uso di pseudonimi. Diverse lettere degli anni 1858-1860 risultano infatti indirizzate a “Rosa Martora” (Rosa Morici) e “Tommaso Spinola” (Luigi Dragone).
Una lettera a Nicola Mignogna del 9 settembre 1860, scritta durante un breve soggiorno a Napoli, durato dalla fine di agosto all’inizio di ottobre 1860, evidenzia due delle questioni che più stettero a cuore al Dragone negli ultimi anni della sua vita, ossia la polemica contro i detrattori del Comitato, e in particolare Giovanni Nicotera, e soprattutto le precarie condizioni economiche, che lo spinsero, una volta tornato a Napoli, a rivolgersi a diversi personaggi per invocare sostegno economico. Tra questi Aurelio Saffi, Giuseppe Antonio Tommasi, lo stesso Fanelli.
Il ritorno nella città natale significò per il Dragone un nuovo periodo di attività politica, in stretta collaborazione con Luigi Gambuzzi, promotore del Comitato Centrale delle Provincie Meridionali dell’Associazione dei Comitati di Provvedimento per Roma e Venezia.
I rapporti con il Gambuzzi, anch’essi ampiamente documentati nelle carte dell’ “Archivio Dragone Morici”, proseguirono fino al 1864, anno in cui Luigi Dragone abbandona definitivamente l’attività politica.
Muore a Napoli nel settembre 1868.
La documentazione è stata prodotta da:
Persone:
- Dragone Luigi, autore
- Dragone Morici Rosa, autore
Redazione e revisione:
- Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
- Pizzo Marco, 2005/09/28, aggiornamento