Titolo originale:
Fondo Farini L. C.Tipologia:
fondoData:
(s.d.)Consistenza:
[non specificata]Descrizione:
L’“Archivio Luigi Carlo Farini”, è costituito per la maggior parte da una raccolta omogenea di documenti riguardanti l’azione di governo svolta in Emilia Romagna tra il giugno 1859 ed il marzo 1860, (buste 140-164). A questo nucleo si aggiunge poi una ridotta collezione di carte legate all’opera svolta nel 1848 dal Farini in qualità di membro del governo pontificio, (busta 139). La consistenza complessiva raggiunge le xxxx unità documentarie, per un arco cronologico compreso quindi tra l’aprile 1848 e il marzo 1860.Il fondo ha origine da un’iniziativa di Luigi Rava, Ministro delle Finanze, che nel 1914 acquisì a nome del suo Ministero tutta questa documentazione, per poi però riversarla al Comitato Nazionale per la Storia del Risorgimento. Le carte private di Luigi Carlo Farini, invece, già in deposito presso lo stesso Rava per l’edizione dell’Epistolario sono oggi conservate nella Biblioteca Cassense di Ravenna (cfr.: Emilia Morelli, I fondi archivistici del Museo Centrale de Risorgiento, Roma, La Fenice edizioni, 1993, p. 217).
La suddivisione in buste e fascicoli del materiale, certamente non contestuale alla sua produzione, sembra improntata oltre che su ragioni eminentemente conservative anche su criteri di ordine cronologico e tematico, così che all’interno del fondo si possono individuare alcune partizioni, non sempre rigorose, ma comunque utili per una sua lettura.
Il nucleo principale (buste 147-162), è costituito dalla documentazione relativa al governo dell’Emilia Romagna, dall’amministrazione centrale a quella periferica. Al riguardo possono essere ricordati: copia di decreto, luglio 1859, relativo al giuramento dei funzionari ed impiegati delle provincie modenesi, (MCRR b.152, f.35, doc.1); decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di Modena, 5 agosto 1859, che istituisce i collegi elettorali per il giorno 14 agosto e convoca quindi l’Assemblea dei Deputati di Modena il 16 agosto, (MCRR b.152, f.52 stampato 1); copia del discorso di apertura dell’Assemblea tenuto il 16 agosto da Luigi Carlo Farini (MCRR b.153, f.13, 1); decreto con il quale l’Assemblea appena costituita dichiara decaduta la sovranità di Francesco V d’Autria-Este e dei suoi discendenti (MCRR b.152, f.22, 1); vari appunti e minute relative all’attività amministrativa e di nomina ai diversi incarchi governativi (MCRR b.148, ff.1, 9, 16, 21).
A questo stesso gruppo appartiene la documentazione relativa ai rapporti con le altre province dell’Emilia Romagna, progressivamente riunite sotto il governo del Farini: minuta del decreto del 28 novembre 1859 che porterà la data del 30 novembre riguardante l’unione in un solo governo delle province modenesi, parmensi e romagnole (MCRR b.157, f. 55, doc.1); come anche le relazioni e lo stretto coordinamento con i governi piemontese e toscano: minuta di circolare diretta agli intendenti relativa all’abolizione del passaporto tra Modena, Parma, Toscana, Lombardia e Piemonte (MCRR b.154, f.19, 1); copia di nomina di Manfredo Fanti a Comandante supremo delle forze riunite della Lega dell’Italia centrale nel novembre 1859 (MCRR, b.155, f.11, 1).
Tutta questa documentazione è arricchita dalla raccolta quasi integrale dei dispacci telegrafici in arrivo e in partenza, 16 giugno 1959 - 27 marzo 1860, (MCRR bb. 140-145; b. 146 ff. 1-2).
Ad accompagnare le diverse fasi del governo del Farini in Emilia sono state le ripetute manifestazioni del consenso popolare al suo operato, consenso poi abilmente utilizzato sul piano internazionale per giustificare l’annessione al Piemonte. Si conservano così numerose attestazioni delle commissioni comunali a favore dell’unione al Regno di Sardegna, giugno-luglio 1859 (MCRR b.148 f.41); poi di consenso alla nomina a dittatore di Farini, 28 luglio 1859 (MCRR b.161, f.3); e ancora per l’unione con il Piemonte, febbraio-marzo 1860 (MCRR b.162, f.1); fino al successo del plebiscito del marzo 1860: tabella relativa alle votazioni per l’annessione al Piemonte svolte nelle province di Modena e Reggio Emilia, 14 marzo 1860 (MCRR b.159, f.45, docc.1-2).
Le buste 163-164 raccolgono suppliche di privati per chiedere sussidi , impieghi o esoneri, carte che possono aprire una finestra anche su le condizioni di vita degli strati più bassi della popolazione. La busta 146, conserva autografi di corrispondenze inviate da Farini ai giornali “Presse” e “Continental review” nel 1857.
Infine a questo nucleo tematicamente omogeneo di documenti si aggiunge la busta 139 che racchiude documenti compresi tra l’aprile e il settembre del 1848, relativi all’attività del Farini come membro del Governo Pontificio.
Storia archivistica:
Luigi Carlo Farini nasce a Russi, nel ravennate, il 22 ottobre 1812 da una famiglia della media borghesia, di tendenze liberali e attiva nella vita politica locale. Conseguita nel 1832 la laurea in medicina presso l’Università di Bologna, esercita per alcuni anni la professione medica, dedicandosi parallelamente alla ricerca scientifica: nel 1839 pubblica lo studio Sulla Pellagra. Osservazioni teorico-pratiche, mentre nel 1845 su commisione della Soprintendenza di Sanità della Toscana realizza il saggio Sulle questioni sanitarie ed economiche agitate in Italia intorno alle risaie. Studi e ricerche.Per tradizione familiare e convinzioni personali, Luigi Carlo Farini si dedica attivamente fin dagli anni giovanili anche alla politica, aderendo prima alla Carboneria e quindi alle organizzazioni mazziniane. Compromesso nei moti romagnoli del 1843 è costretto a rifugiarsi a Parigi dove, anche grazie all’incontro con figure come Terenzio Mamiani, assume posizioni più moderate fino a partecipare al Comitato dei patrioti non aderenti alla Giovine Italia.
Nel 1844, Farini rientra in Italia, in Toscana, dove viene assunto come medico curante e maestro di casa del principe Gerolamo Napoleone Bonaparte con il quale nel 1846 giunge a Torino dove entra in contatto con Massimo Taparelli d’Azeglio, Cesare Balbo, mentre mantiene una fitta corrispondenza con i più alti esponenti liberali dei diversi Stati italiani, auspicando la nascita di un partito nazionale liberal-moderato.
Dopo l’elezione di Pio IX al soglio pontificio Farini viene chiamato a partecipare al nuovo governo dello Stato della Chiesa: il 27 marzo 1848 è nominato Segretario generale al Ministero dell’Interno con il compito di procedere alla laicizzazione della burocrazia pontificia, il 18 maggio è eletto deputato nel collegio di Faenza e Russi, il 3 novembre 1848 assume la carica di Direttore generale della Sanità e delle Carceri del governo presieduto da Pellegrino Rossi.
In netta opposizione al governo della Repubblica Romana, Farini abbandona Roma e si rifugia prima a Firenze, per poi trasferirsi a Torino. Tra il 1849 e il 1856 è eletto deputato liberale e ministro della Pubblica Istruzione con il D\'Azeglio per poi diventare uno stretto collaboratore di Cavour, che a seguito della guerra franco-piemontese contro l’Austria, nel giugno 1859, lo nomina Governatore delle Provincie modenesi.
In Emilia Romagna, Luigi Carlo Farini gestisce la difficile situazione politico-diplomatica venutasi a creare dopo la firma del Trattato di Villafranca del 11 luglio 1859, con il quale era stato sancito il ritorno dei governi legittimi in Italia centrale. Il 18 marzo 1860, presentati in Parlamento i risultati dei plebisciti favorevoli alle annesioni, dopo un discorso a palazzo reale, Farini è insignito del collare dell’Annunziata.
Il 24 marzo 1860 assume le funzioni di Primo Ministro e firma la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia, mentre in qualità di Ministro dell’Interno del governo Cavour, Farini ottiene la tolleranza di Napoleone III alla spedizione garibaldina nel sud Italia. Entrati i Piemontesi a Napoli il 6 novembre viene nominato luogotenente generale delle province napoletane, dove però a differenza di quanto avvenuto in Emilia non è in grado di gestire la situazione, tanto che il 2 gennaio 1861 è dispensato dall’ufficio di luogotenente.
Dopo la morte di Cavour, Farini è chiamato a presiedere il nuovo ministero (9 marzo 1862 - 24 marzo 1863), fino a quando una grave malattia mentale non lo costringe a vita privata fino alla morte avvenuta a Quarto di Genova il 1 agosto 1866.
Accanto all’azione politica di Luigi Carlo Farini, non va dimenticata anche la sua intensa attività come pubblicista: tra il 1846 e il 1848 collabora con i giornali “Il Romagnolo”, “Il Piceno” e “La Speranza d’Italia”, per poi assumere le direzioni prima del giornale “Il Risorgimento” e in seguito del “Il Parlamento”. Dall’inizio del 1859 infine invia corrispondenze alla “Presse”, alla “Continental Review” e alla “Morning Post”. Tra le sue opere storico-politiche si possono poi ricordare il Commentario sulla vita di Domenico A. Farini da Russi del 1844; Lo stato romano dall’anno 1815 all’anno 1850, pubblicato in quattro volumi nel 1850-53.
Note:
S. J. Wolf, Dal primo settecento all’unità, in Storia d’Italia, vol. III, Torino, Einaudi, 1973, pp. 482-488, 496U. Marcelli, Le vicende politiche dalla Restaurazione alle annessioni, in Storia della Emilia Romagna, a cura di Aldo Berselli, vol. III, Bologna, Santerno, 1980, pp. 106-118
E. Morelli, I fondi archivistici del Museo Centrale de Risorgiento, Roma, 1993, p. 217-220
La documentazione è stata prodotta da:
Persone:
- Farini Luigi Carlo, autore
Redazione e revisione:
- Cardone Massimiliano, 2005/04/16, compilazione
- Cardone Massimiliano, 2009/03/13, aggiornamento