Istituto per la storia del Risorgimento italiano

Consultazione on-line del patrimonio archivistico

Fondo Pentini

Titolo originale:

Fondo Pentini

Tipologia:

fondo

Data:

(s.d.)

Consistenza:

[non specificata]

Descrizione:

Il fondo Pentini (B. 19-22, 71-73) si compone 832 unità archivistiche, di cui ottocentosedici documenti e sedici stampati, distribuite in un arco cronologico che va dal 1831 al 1876. Esse rappresentano un’importante raccolta di documentazione di varia provenienza e natura. La tipologia documentaria prevalente è il carteggio; oltre alla corrispondenza personale di monsignor Pentini, il fondo conserva numerosi documenti relativi ad importanti personaggi facenti parte dell’amministrazione pontificia e a figure e istituzioni proprie del breve periodo repubblicano romano.
In particolare, sono da segnalare tra le altre le due lettere di Marco Minghetti al Pentini del marzo e del luglio 1848 (MCRR, b. 21, f. 24, 1-2) e le due lettere di Terenzio Mamiani a Pellegrino Rossi (9 e 22 agosto 1848, MCRR, b. 21, f. 41, 1-2).
Tra la corrispondenza relativa alle personalità di spicco del governo repubblicano della città: si conservano due lettere a Pentini di Carlo Armellini (una priva di data., l’altra del 28 maggio 1847, MCRR, b. 22, f. 55, 1 e b. 19, f. 17, 1) e due di Carlo Emanuele Muzzarelli del luglio e del dicembre 1848, MCRR, b. 20, f. 47, 1 e b. 21, f. 30, 21)..
Tra le carte Pentini si trovano inoltre una serie di missive scambiate tra i personaggi di rilievo della Repubblica Romana negli anni 48-49: dispacci della Commissione di Guerra della Repubblica Romana dell’aprile 1849, tre lettere di Mattia Montecchi e una di Carlo Pisacane a Carlo Steward (1848-49, MCRR, b. 22, f. 78, 1; b. 22, f. 79, 1-2; e MCRR, b. 22, f. 80, 2); sempre allo Steward sono indirizzate quattro lettere di Giuseppe Avezzana datate tra il 20 aprile e il 17 giugno 1849 (MCRR, b. 22, f. 68, 1-4). Il fondo conserva inoltre una lettera di Carlo Mayr e una di Aurelio Saffi al soprintendente generale degli ospedali di Roma Andrea Pasquali. (MCRR, b. 73, f. 9, 1; e MCRR, b. 73, f. 8, 1).
Tra la corrispondenza non diretta a monsignor Pentini, ma riferita a personalità di rilievo del periodo risorgimentale, va segnalata la copia della lettera dal carcere di Luigi Settembrini alla moglie Luigia del primo febbraio 1851 (MCRR, b. 71, f. 65, 1); l’annotazione di Domenico Gnoli e di Raffaele Settembrini, datata 10 febbraio 1876, attesta che la copia fu eseguita dalla signora Settembrini stessa.
Fanno parte del fondo anche due lettere, di cui una in copia, inviate nel 1859 da Henri De La Tour d’Auvergne a Cavour (MCRR, b. 73, f. 4, 1 e b. 73, f. 5, 1).
Nel fondo si conserva infine, nella busta 73, un significativo nucleo di documenti riguardanti i moti di Perugia del 1859; si tratta prevalentemente delle copie del carteggio tra il cardinal Antonelli e le autorità municipali perugine, accompagnato da copie di articoli riguardanti i moti in Umbria copiati dai diversi giornali, italiani e stranieri.
Accanto al carteggio va segnalata un’altra particolare tipologia di documenti: si tratta della serie di componimenti celebrativi in onore di Pio IX accanto ai quali si conservano numerosi scritti anonimi contenenti invettive contro il clero e lo stesso Pontefice (MCRR, b. 21 f. 40, 1b, 1n, 1o, 1u ). Alcuni di essi sono certamente successivi al periodo in cui Pentini rivestiva cariche di rilievo
Le Carte Pentini,infine, si caratterizzano per la consistente presenza di materiale che potrebbe definirsi “privato” ma che riveste invece proprio per la sua peculiarità un particolare interesse. Si tratta della serie di appunti in relazione agli avvenimenti che sconvolsero la scena romana e lo Stato Pontificio alla metà dell’Ottocento. In forma di appunto, a mò di promemoria, monsignor Pentini sembra voler fissare sulla carta quasi di getto, sull’onda di un ricordo improvviso, brevi notizie su eventi e personaggi.
In particolare, nelle sue annotazioni ricorre frequentemente il nome di Pellegrino Rossi, suo successore nell’incarico di Ministro dell’Interno. Subito dopo la sua morte, Pentini ne aveva raccolto le carte consegnandole successivamente al Pontefice, come risulta dall’annotazione sulla camicia di un suo foglio d’appunti, che recita testualmente: Memorie sui documenti consegnati in due pacchi da mons. Pentini al Papa ma che il card. Antonelli disse essere stati classificati da mons. Cenni (qualificato da imbecille dal Pentini) consegna avvenuta il 21 novembre 1848. e varie memorie di altro genere (MCRR, b. 20, f. 69, 1. Monsignor Pentini ne scrisse anche al figlio del defunto Ministro, come attesta la minuta della lettera in MCRR, b. 20, f. 71, 1).
Tra gli altri, si conserva una duplice copia del discorso che Pellegrino Rossi aveva preparato per la seduta inaugurale della Camera del 15 novembre 1848, inviata a mons. Pentini da Antonio Neri e dal figlio del Ministro (cfr. MCRR, b. 20, f. 64, 2)
Dagli appunti riferiti al caso Rossi traspare il dolore per la sua uccisione e al tempo stesso emergono interessanti riflessioni su sugli accadimenti immediatamente successivi. all’omicidio (SI vedano in particolari i documenti contenuti nelle buste 20 e 21). Il Pentini infatti ricorda e insieme riflette sull’atteggiamento tenuto dai vari membri di Curia e lamenta, anche a proposito di altre situazioni, una totale dipendenza dalle truppe straniere.
Le “memorie” dell’anziano prelato si soffermano spesso inoltre sulla gestione della finanza pontificia e sulla gestione amministrativa dello Stato, in alcuni periodi schiacciato dai problemi finanziari. Colpisce, tra gli altri, l’appunto in cui monsignor Pentini rammenta gli accadimenti del 1861, quando si pensò di vendere la Galleria Borghese (MCRR, b. 22, f. 22, 1)
Tra le carte Pentini figurano infine scritti autografi di due Pontefici: la relazione sulle elezioni comunali a Magione del 30 luglio 1876, inviata e sottoscritta dall’allora vescovo di Perugia Gioacchino Pecci (MCRR, b. 73, f. 76, 1), e una serie di ventisette autografi di Pio IX, del quale Pentini fu stretto collaboratore. I documenti autografi di papa Mastai erano conservati originariamente in una busta, sulla quale è annotato il numero progressivo attribuito a ciascun documento probabilmente dai conservatori della Biblioteca Nazionale Centrale “Vittorio Emanuele” di Roma. Tale numerazione, però, non corrisponde alla disposizione che i documenti ricevettero al momento del loro riordinamento nell’Archivio del Museo Centrale del Risorgimento.
Tra questi, da segnalare l’autografo in cui il Pontefice riporta i brani da due lettere inviategli da Napoleone III nel 1859 (MCRR, b. 73, f. 77, 1);; le minute indirizzate all’Imperatore dei Francesi del 12 maggio 1859 (MCRR, b. 73, f. 74, 1), del 1 gennaio 1860 (MCRR, b. 73, f. 74, 1a ) e del 25 dicembre ’60 (MCRR, b. 73, f. 81, 1).
Si conservano anche le minuta di una lettera del Papa alla regina Vittoria del 27 gennaio 1861 (MCRR, b. 73, f. 80, 1) e al re di Prussia del 16 novembre 1870 (MCRR, b. 73, f. 83, 1).; ancora, una lettera alla Regina di Spagna del 30 marzo 1856 (MCRR, b. 73, f. 75, 1) e una minuta per la stessa Regina, non datata ma scrivibile agli anni successivi al 1865 (MCRR, f. 73, f. 79, 1).
Numerose anche le bozze di discorso, tra le quali la bozza preparatoria del discorso pronunciato dal Pontefice nella sala grande del Collegio Romano il 26 gennaio 1867 (MCRR, b. 73, f. 85, 3)
Gli stampati presenti nel fondo si segnalato anch’essi per varietà e rilevanza: tra tutti, in particolare il foglio a stampa dal titolo Principi fondamentali domandati dal popolo pel nuovo Ministero che contiene le condizioni dettate dagli insorti dopo l’assalto al Quirinale del novembre 1848, il Manifesto diretto ai popoli dello Stato Pontificio del 25 novembre 1848, firmato da Sterbinetti per il Consiglio dei Deputati dello Stato Pontificio e il Manifesto del Consiglio e Senato comunale al popolo di Roma sottoscritto dal senatore Tommaso Corsini, del 26 novembre 1848. (MCRR, b. 20, f. 33, 1a, MCRR, b. 21, f. 27, 1b, MCRR, b. 21, f. 27, 1 ).

Storia archivistica:

Francesco Pentini nacque a Roma l’11 dicembre 1797 da nobile famiglia di tradizione diplomatica; il padre Ulisse, marchese di Cottanello in Sabina infatti, era rappresentante di Svezia alla corte di Pio VI mentre la madre, marchesa Maria Santini, era figlia del primo ambasciatore di Caterina II di Russia. Invitato dal generale Miollis a frequentare il Collegio Militare di Parigi trovò il modo, con l’appoggio del padre, di fuggire dapprima in Svizzera e poi in Svezia, dove entrò a far parte della guardia del re Carlo XIII con il grado di tenente. Con il re partecipò alla battaglia di Lipsia nel 1813.
L’anno successivo, al rientro del Pontefice a Roma, fece parte della sua scorta d’onore e iniziò da quel momento la carriera prelatizia. Nominato dapprima cameriere segreto partecipante e poi prelato domestico, divenne poi Referendario del Tribunale supremo della Segnatura di grazia e giustizia, ponente del Buon Governo e della Consulta, luogotenente della Camera Apostolica. Nel settembre 1846 fu incaricato della Presidenza degli Archivi e, nel 1847, fu vice-presidente della Congregazione delle Acque e delle Strade L’incarico più importante venne nel 1848, quando a gennaio fu nominato vicepresidente del Consiglio di Stato e subito dopo, il 22 febbraio, Ministro dell’Interno nel gabinetto presieduto dal cardinal Bofondi; rassegnò le dimissioni dall’incarico dopo pochi giorni, nel marzo .dello stesso anno.
Il suo atteggiamento fu considerato da tutti di grande moderazione e di apertura verso nuove istanze, tanto che in più occasioni Pentini si trovò ad incoraggiare Pio IX sulla strada delle riforme. Durante il ministero Soglia gli successe agli Interni Pellegrino Rossi, che tentò di dissuadere inutilmente dal recarsi al Quirinale per la cerimonia inaugurale della Camera dei Deputati alla Cancelleria del 16 novembre, in cui fu ucciso.
Fu a fianco di Pio IX a Gaeta e, quando il Pontefice poté rientrare a Roma, fu nominato nel 1850 presidente della nuova commissione di revisione. Rinunciò all’incarico per ritirarsi a vita privata.
Il suo atteggiamento critico nei confronti della restaurazione pontificia è stato visto da alcuni come motivo della tardiva nomina cardinalizia, avvenuta nel concistoro del 16 marzo 1863 per la diaconia di S. Maria in Portico. Nella sua chiesa fu sepolto alla presenza del Papa il giorno dopo la morte, avvenuta il 17 dicembre 1869.

Note:

Si veda la voce Pentini Francesco, a cura di Mario de Camillis, in Enciclopedia Cattolica, vol. IX (1952) col. 1160 e Philippe Boutry, Souverain et Pontifie. Recherches prosopographiques sur la Curie Romaine à l’age de la Restauration (1814-1816), Roma, Ecole Française de Rome, 2002, pp. 612-614

La documentazione è stata prodotta da:


Persone:


Redazione e revisione:

  • Pizzo Marco, 2005/04/16, compilazione
  • Pizzo Marco, 2006/03/07, aggiornamento