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Archivio » B.0828 » Album di autografi, fotografie, ritagli, già appartenuti a Raffaele Lacerenza.Titolo originale:
Album di autografi, fotografie, ritagli, già appartenuti a Raffaele Lacerenza.Segnatura:
(828) 32Data:
1844/10/20 - 1888/03/27Consistenza:
Unità/Carte/Pagine: 110 unitàDescrizione estrinseca:
VolumeDorso: Album Politico-Militare.
Formato/Dimensioni/Misure: 230x140x45 mm.
Note storico critiche:
Angelo Raffaele LacerenzaUno fra i più distinti patrioti delle provincie meridionali d\'Italia, nacque a Barletta il 19 apr. 1811 da Antonio e Mattia Fiorella. Studiò le lingue e la storia antica. A 20 anni volontariamente intraprese la carriera militare e quasi da subito si protese a favorire i tentativi di libertà. Complice nel 1833 nella cospirazione dei militari Romano, Rosaroll ed Angellotti, venne il 6 nov. 1834 deposto dal suo grado. Complice ancora nella cospirazione di Napoli, Vallo e città di Penne, nel 1837, soffrì ingiuste persecuzioni da parte della polizia borbonica, e costretto dalla forza, gli convenne andare in esilio. Partito da Otranto, attraversò la Grecia, la Turchia, la Siria, l\'Egitto, il deserto di Suez, e attraversando poi il Mar Rosso, andò verso le Indie Orientali, dove prese servizio, nella qualità di medico, sotto il governo Britannico. In questo paese il Lacerenza acquistò la fama di valente medico. Intanto i rivolgimenti politici d\'Italia del 1848 si preparavano e Lacerenza riceveva l\'avviso dal Comitato d\'Azione di Londra di ritornare in Europa. L\'amor di patria lo spinse a rifiutare le offerte che quel governo gli faceva, partendo quindi da Madras (Indie Orientali) per Londra all\'inizio del febbraio 1846, conducendo sotto la sua guida, per incarico del governo inglese, 250 invalidi infermi. Giunto in Inghilterra s\'incontrò con Giuseppe Mazzini, il quale lo incaricò di viaggiare in diversi luoghi per conoscere lo spirito pubblico. Passando per il Belgio, la Svizzera, la Francia, l\'Italia del Nord e Centrale, arrivò a Firenze dove fece ristampare e diffondere nel Regno, a proprie spese, 6000 copie del \"Decreto\" emanato dal governo di Montevideo (America), che nominava Giuseppe Garibaldi capo della Legione italiana, e ricordava le distinzioni accordate alla stessa, che fu dichiarata \"primo corpo dello Stato\". Scopo principale di Mazzini e di Lacerenza nel pubblicare il \"Decreto\" di Montevideo fu quello di fare acquistare in Italia popolarità a Garibaldi, il quale era conosciuto dai Genovesi che attraversavano quei luoghi (Brasile e Buenos-Aires), ma agli altri Italiani governati dispoticamente era poco noto. Da Firenze il Lacerenza con alcuni pretesti arrivò a Napoli e preparò, tra il 1846 e il 1847, specialmente nelle Puglie, i movimenti futuri. Scoppiata la rivoluzione del 1848, Raffaele Lacerenza, che si trovava a Barletta, contribuì all\'organizzazione della Guardia Nazionale, di cui in seguito fu eletto ufficiale. Incaricato dai suoi concittadini di recarsi a Napoli per prendere istruzioni e armi, fu egli uno tra i primi a combattere dalle barricate la ferocia reazionaria sussidiata dai soldati mercenari Svizzeri. Quindi il Lacerenza corse a Bari per far insorgere la popolazione e piombare sulla Capitale. Ma i prezzolati agenti borbonici sollecitarono le reazioni nelle provincie e giunsero a porre sottosopra lo Stato e, col bombardamento della Capitale, con atrocità e assassini, fu salvato Ferdinando II.
Il Lacerenza era sempre perseguitato dalla polizia, ma continuava a cospirare e infatti nel 1851 a Trani, insieme al martire Giuseppe Iacobbi, riuscì a formare una Società segreta detta \"Landever\", ma fu confinato a domicilio forzoso a Chieti.
Per nove volte fu arrestato, processato, esiliato, spostato da carcere in carcere, da provincia in provincia. In questo periodo da latitante nel 1852 fu ospitato in Grumo-Appula dal patriota e martire Giovanni Scippa, la cui casa fu sempre, dal 1810 in poi, nascondiglio per profughi politici.
Il 15 ottobre 1857 il governo borbonico lo esiliava dal Regno. Egli si recò a Corfù e poi a Malta dove incontrò il colonnello Tamaio, il generale Fabrizi, Rosolino Pilo e altri illustri emigrati. Da Malta passò a Londra e dopo tre mesi andò a Torino. Qui prevedendo prossimi rivolgimenti politici, cominciò ad animare i giovani all\'amore per la libertà. Per rendere note al mondo civile le atrocità che commetteva il governo borbonico nel Napoletano, pubblicò alcune sue considerazioni nel \"Giornale di Genova\", organo di Giuseppe Mazzini.j
Il Lacerenza andava acquistando grande popolarità presso la gioventù torinese e il Ministro Cavour gli impose di andare in Svizzera dove dimorò parecchi mesi, avvicinandosi a Carlo Cattaneo. Stando a Lugano, il Sig. Watson, impresario della ferrovia di Rio S. Francesco nel Brasile, dovendo spedire 215 operai, invità il Lacerenza, come medico, per assisterli durante il viaggio. Arrivato nel Brasile e fermatosi a Bakia, dove infieriva la febbre gialla, si prodigò a mitigare l\'eccidio con rischio della propria vita. In Bakia fu ricevuto \"Franco Muratore\" nella \"Loggia la Perseveranza\".
Si fermò per due anni in America, quando Giuseppe Mazzini lo invitò a ritornare in Italia, facendogli noto il progetto della spedizione di Garibaldi in Sicilia. Il Lacerenza, abbandonando ogni vantaggiosa posizione, ritornò in Italia e nel 1860, avendo saputo che Garibaldi era partito per la Sicilia, arrivò nelle Puglie preparando la proclamazione dei governi provvisori. Unito al maggiore Gaston e al capitano Acerbi organizzò i \"Cacciatori dell\'Ofanto\" coi quali, sussidiati anche dalle Guardie Nazionali e dai liberali di quei luoghi, seppe sedare la reazione di Canosa, dove il generale borbonico Flores aveva fatto ripiegare le sue truppe. Dopo il conflitto di Barletta, ripristinato l\'ordine, il Lacerenza andò in vari paesi delle Puglie per controminare l\'opera della reazione. Non appena Giuseppe Garibaldi giunse trionfante a Napoli il 7 settembre, il Lacerenza gli offrì la sua opera: infatti corse a Capua con volontari sostenuti a proprie spese. Fu nominato maggiore ed ebbe ordine di arruolare uomini per la 18.a Divisione Bixio, menomata dai diversi combattimenti.
Iniziato l\'ordine monarchico, il Lacerenza il 27 marzo 1862 venne incorporato nell\'Esercito Nazionale e rimase fiono al novembre 1871. In tutto quel tempo fece la propaganda repubblicana nell\'esercito in modo incessante e nel 1863 ne fu gravemente imputato.
(cfr. \"Il Pittagora. Cronaca periodica dell\'Accad. Pittagorica di Scienze, Lettere, Arti, diretta da Felice Caivano-Schipani. Anno XI, Vol. X, Napoli, 1883\" in MCRR b.828 f.32 doc.35 - cfr. \"Cenno storico politico militare del Magg.e Angelo Raffaele Laacerenza\" in MCRR b.828 f.32 doc.69).
Note:
Nota di appartenenza: \"Per acquisto da Lucia Polettini, Roma 19 luglio 1951\".Coperta in pelle rossa con cornice a motivi ornamentali dorati e iniziali \"D.r L.\".
Persone:
- Lacerenza Angelo Raffaele, autore
Redazione e revisione:
- Pizzo Marco, 2006/11/22, compilazione
- Pizzo Marco, 2007/07/09, aggiornamento